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Il caso

Assegno unico, resta o sparisce?

Assegno unico, resta o sparisce?

Voci di cancellazione, mentre la Ministra Roccella dice: «Il nostro governo non sottrarrà un solo euro alle famiglie»

30 agosto 2024
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Roma Dopo le finestre per i prepensionamenti, ora tocca all’assegno unico, finito al centro di uno dei tanti polveroni che si sollevano sull’orizzonte del primo confronto tra i leader della maggioranza, previsto oggi, per iniziare a parlare della futura finanziaria. Botaos di stampa davano per spacciata la misura, varata nel 2021 dall'esecutivo Draghi che ogni anno interessa oltre sei milioni di famiglie e vale oggi circa 20 miliardi, scatenando le ire dell'opposizione. «Sarebbe gravissimo se il governo intendesse cancellarlo, noi continueremo a difendere questo strumento anche nella prossima manovra», assicura la segretaria del Pd, Elly Schlein, a cui fa eco il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia, che reclama il ministro Giorgetti in aula.

Italia Viva rincara la dose: «Il governo è alla canna del gas», scrive la senatrice e coordinatrice nazionale Iv Raffaella Paita, mentre Emiliano Fenu, capogruppo M5s in commissione Finanze alla Camera, parla di «colossale inganno meloniano». Ma la replica del Mef è rapida e secca: «Ipotesi fantasiosa e senza alcun fondamento», è la nota telegrafica che arriva da via XX Settembre, a cui segue una vera e propria levata di scudi da parte della maggioranza.

«Il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie, nei confronti delle quali il nostro impegno resta prioritario e trasversale a tutti i ministeri», afferma infatti la ministra per le Pari opportunità, Eugenia Roccella, mentre per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, è una «fake news». Il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, definisce l'indiscrezione di stampa una banale «boutade estiva» e sbarra la porta anche alle altre voci circolate nei giorni scorsi sul capitolo caldo delle pensioni. La possibilità di valutare la Quota 41 cara alla Lega - anche se con un ricalcolo contributivo - era già stata anticipata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che però aveva smentito l'ipotesi di un innalzamento da 3 a 6 mesi delle finestre per il prepensionamento. «Se Durigon ha detto che non se ne parla non vedo perché dovrei dirvi diversamente. Anzi confermo che non se ne parla», ha confermato Freni. Rispetto al paventato stop di Ape Sociale e Opzione donna invece non si sbilancia: «Ci sono valutazioni in corso, ma è un po' presto per parlarne, siamo al 29 di agosto. Prima - ha chiosato - fateci presentare il Piano strutturale di medio termine all'Europa, fateci presentare il Dpb e poi capiremo cosa mettere o non mettere in legge di bilancio».l