Via alla Giarèda: corsa all’oggetto più amato in fiera
Dagli originali biscottini della fortuna cattivi al “marsupiotto” fino al tradizionale gnocco
Reggio Emilia La speranza è che la partenza bagnata della Giarèda sia di buon auspicio per i tanti commercianti che ieri in centro storico, tra Corso Garibaldi e via Emilia Santo Stefano, hanno esposto fiduciosi i loro oggetti artigianali, curiosi, bizzarri e, come sempre, pieni di promesse. Non vola ma sembra “magico”, ad esempio, il tappeto brevettato dal romagnolo Piergiorgio Bollini che «aumenta la velocità della stiratura del 40%, evita l’effetto lucido e non fa bagnare né il coprimaterasso né l’asse da stiro». Si chiama “Stirello” e da 20 anni (era il 2004 quando ha iniziato a produrlo) lo porta in giro per l’Italia assicurando di venderne almeno 250 a fiera. Convincerà anche i reggiani, “l’amico delle donne”, così come l’ha chiamato il suo inventore? Gli auguriamo di sì, considerando che il suo oggetto di punta strizza l’occhio anche agli uomini, in particolare i più giovani, che sì: nel 2024 stirano.
Altrettanto promettente, girando fra i banchi della fiera, sembra l’affettatrice del parlemitano Alfredo Curatolo. Il suo nome è Push&Twist, lo produce Meridiana, e, assicura il commerciante, «a differenza delle vecchie “mandoline”, pericolose per le mani, grazie a un sistema che lavora verticalmente permette di effettuare in piena sicurezza diversi tipi di taglio: a fettine, a julienne, a stick». «E – aggiunge – oltre a frutta e verdura è in grado di tagliare anche il ghiaccio». Il prezzo? 30 euro e con due regali inclusi. Curatolo, che alla Giarèda vende da 20 anni, dice che sì: potrebbe essere questo l’oggetto del desiderio dei reggiani del 2024.
Ad esserne convinte sono anche le modenesi Benedetta Spattini e Caterina Lotti, fondatrici di “What a eco”, e-commerce che vende esclusivamente prodotti eco-friendly. In effetti, i loro “biscottini della fortuna cattivi” edizione limitata Sostenibilità potrebbero dare un tocco di originalità allo shopping dei reggiani. «Questo prodotto è nato in collaborazione fra la nostra azienda e il brand “I biscottini della fortuna cattivi” – raccontano. La box contiene 10 biscotti che racchiudono frasi divertenti e pungenti, “cattive” appunto, legate alla sostenibilità». Un esempio? “Ridurre le emissioni è possibile. Inizia dal non chiedere Come stai? se non ti interessa la risposta”. Oppure: “Non buttarti via a caso. Buttati nell’umido”. «È la prima volta che partecipiamo alla Giarèda – raccontano – siamo felici di essere entrate nel team degli standisti di Reggio Emilia. Sappiamo che questa è una festa molto amata dalla città».
Sarà dunque il loro l’oggetto irresistibile di quest’anno? Camminando tra i banchi sembra cavarsela già molto bene il “Marsupiotto” di Condor proposto da Michele Zerbini. «Che va a sostituire il marsupio classico il quale, pieno o vuoto che sia, ha sempre un certo ingombro – lo sentiamo spiegare a due signore interessate al prodotto –. Il materiale in neoprene del “Marsupiotto” permette di ampliarsi, senza deformarsi, ed è comodo anche per chi fa attività sportiva». Il prezzo? Soli 5 euro.
Allontanandosi dall’oggettistica, un avversario tosto è senza dubbio il gnocco fritto della Pro Loco di Cadelbosco Sopra e Reggio Emilia. Anna Molisso è intenta a prepararlo insieme ad altri quattro volontari ma sono una trentina quelli che si alterneranno nelle giornate di fiera. Da quanti anni portano il loro stand alla Giarèda? «Ormai non si contano», dicono. E solo l’anno scorso di gnocco ne hanno fritto 12 quintali.