Abbattuto il bosco vicino al Secchia Si scatena la protesta ambientalista
Rubiera «Danno enorme: spariti 50 ettari di alberi, speriamo si fermino»
Rubiera «Il danno è stato fatto e ora quanto ci vorrà perché il bosco ricresca. Speriamo si fermino qui». Sono giorni di grande amarezza per gli ambientalisti reggiani e modenesi che da tempo sono impegnati nella tutela della zona delle casse di espansione del Secchia, tra Rubiera, Modena e Campogalliano. Negli scorsi mesi, i lavori commissionati da Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po che ha competenza anche sul bacino e sugli affluenti principali, come il Secchia, per ampliare la cassa di espansione del fiume – finanziati con fondi Pnrr – hanno portato all’eliminazione di circa cinquanta ettari di alberi. Non taglio, ma lo sradicamento completo delle piante, in particolare salici, pioppi e querce.
Il comitato “Difendiamo il parco fluviale del Secchia” si è attivato nei giorni scorsi per denunciare l’accaduto, sia documentando il tutto con delle foto aeree sia manifestando direttamente a Marzaglia Vecchia, a poca distanza dal confine rubierese. «L’intervento è stato fatto, sostiene Aipo, per motivi di sicurezza, ma anche su questo abbiamo dei dubbi. Le piante erano un freno più solido, non a caso nei punti dove sono stati eliminati gli alberi ci sono già crolli e cedimenti. E comunque c’era modo e modo di intervenire, non cancellando del tutto una delle principali aree verdi della zona», spiega Aldo Meschiari, uno dei componenti del comitato.
«È stato detto anche che le piante fossero malate, ma non è vero, era una foresta sana. Come in ogni bosco ci sono delle piante secche, certo, ma questo è normale. Un conto sarebbe stato intervenire facendo luce, sfoltendo in maniera intelligente. In questo caso invece le piante sono state proprio eradicate, con macchinari appositi», continua. E il “ristoro verde” non sarà certo immediato. «Pianteranno nuovi alberi, ma ci vorranno decenni perché divengano delle stesse dimensioni. Senza contare che davvero fatichiamo a capire la necessità: va bene alzare le casse, come fatto a Ponte Alto, va bene intervenire per mettere in sicurezza, ma questo non ha senso. Aipo sostiene che creeranno degli isolotti lungo il corso del fiume, ma quando ci sono delle piene gli isolotti vengono travolti. Lo abbiamo visto di recente. Il danno fatto è incalcolabile, enorme, toglie uno dei pochi polmoni verdi dell’area. Almeno, speriamo che sia finita qui. Aipo cambia spesso versioni, adesso notiamo che anche qualche amministratore locale si è interessato».
E il comitato? «Non molliamo e vorremmo fare un’altra manifestazione, a brevissimo. L’idea era di organizzarla per questa domenica, ma ancora non siamo certi per via delle previsioni del tempo», conclude Meschiari. In contemporanea, dovrebbe essere effettuato un sopralluogo nella zona dai vari soggetti coinvolti, l’Aipo, i Parchi Emilia Centrale, Regione, per valutare bene il tutto. Sulla vicenda si è attivato anche il sindaco rubierese Emanuele Cavallaro, che ha mandato una lettera ufficiale alla direzione dell’Aipo per chiedere chiarimenti e un incontro. Anche per il primo cittadino, le domande sulle modalità dell’intervento, e le sue conseguenze, sono diverse.