«Non solo un grande allenatore. Era un grande papà»
Parla la figlia di Gaetano Salvemini, mister dell’Empoli in serie A e del Bari, che portò in massima serie, morto a 82 anni all’ospedale civile di Guastalla. Lunedì mattina il funerale
Gualtieri È morto all’alba di ieri Gaetano Salvemini, storico allenatore di calcio della Serie A e, in passato, calciatore. Aveva 82 anni. Si è spento all’ospedale di Guastalla, dove era ricoverato da qualche giorno.
Salvemini era stato allenatore dell’Empoli in Serie A e del Bari, che aveva portato alla massima serie, oltre che di molte altre squadre blasonate. La notizia si è rapidamente diffusa in paese, suscitando grande cordoglio. In pochissimo tempo, ancora prima che giungesse ai giornali, si sono moltiplicati i messaggi di condoglianze e le visite alla famiglia, che abita a Gualtieri da più di vent’anni.
Salvemini era originario di Molfetta, in provincia di Bari. Lascia la moglie Maria Giulia Martignoni, conosciuta da tutti come “Vittoria”, i quattro figli Domenico, Cecilia, Marco e Andrea, e i due amatissimi nipoti. Tutti, tranne Cecilia, vivono nel paese della Bassa Reggiana.
«Era una grande persona, di cuore – lo ricorda commossa Cecilia. – Ma soprattutto era un grande papà. Come anche la mamma, che si è dedicata completamente a noi. Quando eravamo piccoli, abbiamo girato tutta Italia. Nonostante gli impegni, però, papà per noi è stato sempre presente».
Quando Salvemini decise di ritirarsi dal calcio, si trasferì a Gualtieri, paese di origine della moglie, portando qui i loro figli, ormai adolescenti. Tutti hanno terminato gli studi nelle scuole reggiane, diplomandosi negli istituti superiori di Guastalla e frequentando le compagnie di giovani locali.
La famiglia è dunque molto conosciuta, non solo per i trascorsi calcistici di Salvemini. Molti gualtieresi stanno esprimendo la loro vicinanza in queste ore. Ma attorno alla moglie e ai figli si stringe anche tutto il mondo del calcio, in lutto.
Quella di Salvemini è stata una vita dedicata a questo sport, in un’epoca d’oro fatta di sogni e ingaggi non ancora stellari. «Dopo il suo ritiro ha continuato a seguire il calcio, ma non si riconosceva più nel calcio di oggi – racconta la figlia Cecilia. – Fatto di business e manager. Ma la sua passione per questo sport era rimasta intatta. Amava molto anche viaggiare, in particolare le crociere. E non si è mai perso un’estate al mare di Molfetta: tornava ogni anno».
La camera ardente è stata allestita ed è visitabile da ieri pomeriggio presso l’obitorio dell’ospedale di Guastalla. Il funerale si terrà lunedì, con partenza del corteo dall’obitorio alle 9.30, e messa nella chiesa di Santa Maria della Neve in piazza Bentivoglio a Gualtieri alle 10. Questa sera, alle 18, si terrà il rosario, sempre presso l’obitorio dell’ospedale civile di Guastalla.l