Via Emilia San Pietro diventa set cinematografico con Emanuele Aldrovandi
Lo sceneggiatore ha scelto Reggio Emilia per girare il suo primo film
Reggio Emilia La nostra città torna sul grande schermo, per di più grazie a un reggiano doc come Emanuele Aldrovandi. Lo sceneggiatore classe ’85 ha infatti scelto Reggio per girare il suo primo film, dove è sia regista che produttore. E oggi martedì 10 settembre, in via Emilia San Pietro 13, partono le riprese del lungometraggio: proprio la scorsa estate, sempre in via Emilia San Pietro, erano state girate numerose scene del film “Ferrari” di Micheal Mann, che aveva riportato indietro le lancette dell’orologio di diversi decenni.
Le scene del film di Aldrovandi saranno tutte girate all’interno di un palazzo che affaccia sulla via Emilia, l’opera è una trasposizione cinematografica del successo teatrale di Aldrovandi “L’estinzione della razza umana”. Ma per chi guarderà il film sul grande schermo non sarà proprio immediato riconoscere Reggio… «Questo è il primo lungometraggio della mia carriera, ho scelto di farlo qui nella mia città anche se l’ambientazione, in realtà, è a Milano – racconta Emanuele Aldrovandi –. Sarà tutto registrato in questo palazzo, le riprese dureranno due settimane a partire da oggi. Ho creato la mia casa di produzione, sarà un prodotto dai costi molto bassi, da lì anche l’esigenza di circoscrivere le scene solo nel palazzo e di ridurre i giorni di riprese per mantenere un livello alto di qualità. Ma il cast di attori è di livello assoluto, lo stesso dell’opera teatrale, ci saranno la reggiana Eleonora Giovanardi, Giusto Cucchiarini e tutti gli altri, per un totale di 4/5 attori. E ci saranno tanti professionisti da ogni parte del mondo».
Intanto in strada cresce la curiosità, visto il gran via e vai di telecamere e attrezzature varie degli scorsi giorni in una delle zone centrali del centro. I più indiscreti si addentrano anche a vedere cosa succede al di là del portone e fanno qualche domanda per saperne di più. «Così come nella versione teatrale si tratta di due coppie che sono chiuse nel palazzo per sfuggire alla pandemia, che intanto là fuori sta trasformando le persone che vengono contagiate dal virus in tacchini – prosegue Aldrovandi –. Da lì prendono il via numerose riflessioni sulla loro vita, su ciò che alla fine c’è di importante. Farà anche ridere in alcuni punti, è una commedia. A teatro è andata indubbiamente bene, negli ultimi quattro anni lo abbiamo portato in giro in tutta Italia. Ma spostarlo sul grande schermo sarà un po’ come ripartire da zero, è una grande sfida e spero davvero che il risultato finale sia apprezzato come è accaduto sul palcoscenico», conclude Aldrovandi.l © RIPRODUZIONE RISERVATA