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La Neonatologia reggiana fa scuola con una ricerca internazionale

La Neonatologia reggiana fa scuola con una ricerca internazionale

Lo studio sui neonati “grande pretermine” e la persistenza, dopo la nascita, del “dotto di Botallo” aperto come causa mortalità pubblicato su una prestigiosa rivista

11 settembre 2024
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Reggio Emilia Il monitoraggio ecocardiografico ed emodinamico sono fondamentali nella gestione dei neonati grandi pretermine ossia nati prima della ventottesima settimana. A dirlo è una ricerca scientifica multicentrica coordinata dalla Neonatologia e Terapia intensiva neonatale (Tin) dell’Ausl Irccs di Reggio pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Plosone (If). Lo studio dal titolo “Patent ductus arteriosus (also non-hemodynamically significant) correlates with poor outcomes in very low birth weight infants. A multicenter cohort study” (Elena Chesi, Katia Rossi, Gina Ancora, Cecilia Baraldi, Mara Corradi, Francesco Di Dio, Giorgia Di Fazzio, Giancarlo Gargano) ha coinvolto tutte le Tin della Regione Emilia-Romagna e raccolto i dati relativi a 218 neonati di peso inferiore ai 1500 grammi (detti Vlbw).

La ricerca ha dimostrato che la persistenza, dopo la nascita, del “dotto di Botallo” aperto, ossia quel vaso arterioso che congiunge l’aorta all’arteria polmonare, si correla in maniera significativa con la mortalità e la morbilità neonatale.

Lo studio mette dunque in evidenza l’importanza del monitoraggio ecocardiografico ed emodinamico nella gestione del bambino nato “grande pretermine”. In particolare alcuni parametri ecografici ed emodinamici si sono dimostrati estremamente affidabili per individuare i pazienti che possono giovarsi del trattamento farmacologico precoce e soprattutto per identificare il timing più appropriato di trattamento, riducendo anche la necessità del ricorso alla terapia chirurgica. La Neonatologia reggiana - rappresentata nello studio dalla dottoressa Elena Chesi responsabile della sezione di Cardiologia Neonatale dell’unità Operativa - e dal dottor Francesco Di Dio, oltre che dal direttore della struttura dottor Giancarlo Gargano, è da sempre molto attenta allo sviluppo di competenze ultra-specialistiche di alto profilo e alla formazione professionale, supportata dalla Onlus Progetto Pulcino che ha finanziato negli anni corsi di formazione specialistica quali Master di secondo livello in Cardiologia Pediatrica e Neonatale per numerosi neonatologi. I ricercatori reggiani hanno guidato il validissimo gruppo di lavoro regionale con il puntuale supporto metodologico e statistico dell’Infrastruttura della Ricerca dell’Irccs di Reggio. «È evidente – sottolinea il dottor Gargano – l’efficacia del modello di collaborazione nell’ambito perinatale presente nella Regione, ben testimoniato da questo studio. Ringrazio la dottoressa Chesi e tutta l’équipe per il costante lavoro clinico e la grandissima professionalità in ambito di monitoraggio emodinamico in Tin: la valutazione emodinamica mediante ecocardiografia funzionale, in linea con la più recente letteratura internazionale, ha migliorato in maniera significativa la prognosi di tanti estremi prematuri, supportando le decisioni cliniche-terapeutiche, in situazioni critiche gravi, quali lo shock settico, l’ipertensione polmonare, lo scompenso cardiaco».l © RIPRODUZIONE RISERVATA