Impiegata sostituita da un software: sciopero alla Ognibene Power
La Fiom denuncia: «Ricattata e demansionata dopo venti anni di esperienza»
Reggio Emilia «Un atto di forza verso un soggetto debole che segna una svolta nelle relazioni sindacali in azienda». Questo il commento della Fiom di Reggio in merito alla decisione della Ognibene Power di demansionare l’unica impiegata in azienda iscritta alla Cgil, che ha portato gli operai a scioperare e manifestare in solidarietà davanti ai cancelli. Secondo quanto riferisce il sindacato, la scorsa settimana una lavoratrice assunta da quasi venti anni nell’azienda – che ad oggi conta oltre 580 dipendenti, di cui 150 addetti a mansioni impiegatizie – si è vista recapitare una lettera avente come oggetto un mutamento di mansioni a lei assegnate. Nella lettera, recapitata a mano, si afferma che dopo aver sostituito la sua mansione con un software non avrebbe avuto le condizioni per ricollocarla ad altre mansioni, ragion per cui la sua vicenda lavorativa in soli cinque giorni si sarebbe trovata al bivio tra demansionamento (cioè montaggio/verniciatura/lavaggio) e licenziamento per soppressione del posto di lavoro.
Per la Fiom e per i lavoratori in sciopero un vero ricatto. «Ci risulta davvero incredibile che in un’azienda di queste dimensioni non sia stato possibile trovare una ricollocazione per questa collega coerente con la sua qualifica, tanto più che la lavoratrice vanta quasi 20 anni di esperienza e ha acquisito competenze e professionalità in più ambiti – dichiara Viola Malandra della Fiom Cgil –. Allo stesso modo ci sembra incredibile che si sia resa necessaria un’azione di dequalificazione e demansionamento di una lavoratrice iscritta al sindacato senza neanche intraprendere un confronto preventivo con chi la rappresenta. A ciò si aggiunge un elemento ricattatorio e di pressione psicologica che fa davvero poco onore. Non si sono valorizzate le sue competenze, non si è pensato a un percorso formativo di riqualificazione, non ci si è confrontati con lei nè con le Rsu: siamo di fronte solo a una dimostrazione di forza».
Aggiunge Simone Vecchi, segretario Fiom: «Come nella maggior parte delle imprese, anche alla Ognibene ogni situazione critica individuale è sempre stata affrontata col sindacato in maniera costruttiva mentre questa volta vediamo una scelta unilaterale, un atto di potere puramente discrezionale che non si capisce dove voglia portare se non al conflitto». Lunedì, quindi, a seguito delle assemblee convocate per affrontare il tema dell’imminente avvio della cassa integrazione, i lavoratori e le lavoratrici di Ognibene in produzione, informati dell’accaduto, hanno subito deciso di scioperare fino alla fine del turno in solidarietà alla collega impiegata. Lo sciopero ha visto la partecipazione di quasi tutti i lavoratori dell’officina, un gesto di solidarietà che la Fiom ritiene molto importante. Moltissimi i lavoratori che hanno aderito e si sono fermati davanti all’ingresso dell’azienda con cori e fischietti. Per la Fiom questo atto non è l’unico a segnare una svolta negativa. «Da quasi un anno ci stiamo confrontando con la direzione HR per applicare correttamente alla Sala Macchine ST il nuovo inquadramento previsto dal Contratto nazionale – spiega Malandra – ma nonostante decine di ore di confronto nessuna delle richieste è stata accolta. Sull’inquadramento professionale la direzione HR ha assunto una posizione politica che nei fatti ha reso inesigibile il contratto collettivo, e in questo modo sta rompendo i rapporti con tutte le maestranze in officina, trasformando il confronto di merito in un braccio di ferro. Auspichiamo che questi episodi siano solo incidenti di percorso, abbiamo chiesto un confronto per riportare le relazioni su corretti binari perché lo scontro avviato dalla Direzione HR non serve a nessuno». l © RIPRODUZIONE RISERVATA