È morto Maurizio Fontanili, storico imprenditore reggiano
Rese internazionale l’azienda di Pieve. «Famiglia e lavoro il suo credo»
Reggio Emilia Si stava apprestando al pranzo domenicale, nella sua casa nel quartiere del Mirabello, quando all’improvviso si è accasciato: è stato subito soccorso dai familiari e dal personale sanitario, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. È morto così, per un infarto fatale, Maurizio Fontanili, 65 anni, storico imprenditore reggiano che ha reso grande la Fontanili Giorgio srl, l’azienda di demolizioni, movimentazione terra, scavi e urbanizzazione di via Ghisleri a Pieve Modolena.
Fontanili soffriva di cuore e già una volta aveva avuto un arresto cardiaco, ma il decesso è stato più che inaspettato.
«Forse per questo non riusciamo ancora a farcene una ragione», premette il figlio Simone, tempestato di messaggi e telefonate di cordoglio, dal mondo industriale ma anche da semplici dipendenti o fornitori.
L’azienda, fondata dal padre Giorgio negli anni Cinquanta, si è sviluppata ed è cresciuta grazie a Maurizio, che la rese una realtà internazionale: oggi conta una quarantina di dipendenti, sei milioni di fatturato e cantieri in tutta Italia. A Reggio sono targate Fontanili parecchi interventi: l’ultimo è stato la demolizione del ponte del Gattaglio, con il patron sul posto a seguire i lavori com’era sua abitudine. E ancora gli scavi di sbancamento per l’aula magna del campus San Lazzaro, la demolizione della Caam Sport di via Mazzacurati, la preparazione del terreno per i parcheggi della stazione Mediopadana, l’abbattimento degli stabili ex Inps ed ex Poste a Palazzo Busetti. Anni fa fece scalpore la proposta dell’imprenditore di smontare a titolo gratuito il sovrappasso di Cella, il cosiddetto ecomostro che il Comune riteneva troppo dispendioso rimuovere; poi non se ne fece nulla ma Maurizio era così, sempre attento a quanto succedeva nel suo territorio e pronto a offrire soluzioni.
«Non era quel tipo di padre che da piccolo costruisce insieme a te castelli di sabbia – riflette Simone –. Però era quel tipo di padre che, da adulto, se avevi un problema o un dubbio chiamavi sempre, certo che avrebbe avuto un buon consiglio. Era molto sicuro di sé, sapeva sempre cosa fare. Questa era la capacità che lo caratterizzava e che lo rendeva un punto di riferimento imprescindibile sia in famiglia sia sul lavoro».
Reggiano doc, gran lavoratore – poca mondanità e molta sostanza – Maurizio era un vulcano di idee. «L’azienda era la sua vita e lui, che non riusciva a stare fermo, sfornava di continuo progetti». Dal punto di vista caratteriale era «generoso, pronto ad aiutare il prossimo, di compagnia con gli amici anche se non amava frequentare locali – prosegue il figlio –. Per noi è stato un modello di doti imprenditoriali e umane. Non a caso sono due giorni che non riesco a rispondere al telefono per la quantità di persone che vogliono ricordarlo: ringrazio tutti, è la dimostrazione dell’affetto e della stima che suscitava».
Maurizio Fontanili lascia nel dolore la moglie Gabriella Gramoli, i figli Stefano e Simone che porteranno avanti il testimone e i nipoti, cui era affezionatissimo, Ludovico e Diana Beatrice. La camera ardente sarà aperta alla casa Funeraria Reverberi di via Terezin 21 domani, 24 settembre, per tutto il giorno e mercoledì 25 settembre, quando alle 10 il corteo funebre partirà per la chiesa parrocchiale di Rivalta. l