La dura vita da pendolari a Reggio Emilia: «Bus pieni e treni persi»
La voce degli studenti in stazione che lamentano disagi: «Le corse non sono regolari, così perdiamo le coincidenze»
Reggio Emilia La scuola è partita ormai da quasi due settimane, ma c’è ancora da registrare qualcosa per quello che riguarda il trasporto pubblico.
Sulla Gazzetta di giovedì abbiamo riportato le lamentele dei genitori e degli studenti all’esterno degli istituti Motti e Zanelli riguardo al numero limitato di autobus e alla necessità di “fare a spintoni” per riuscire a salire sul mezzo, guadagnando tempo sulla strada del ritorno a casa dopo le lezioni. Il rischio, come capita spesso, è però che i più sfortunati o meno prepotenti rimangano a piedi, contattando così i genitori per farsi venire a prendere.
Ieri siamo andati in zona stazione a Reggio, tra Piazzale Europa, capolinea di molte corriere e corse di linea, e lungo i binari delle principali tratte (Reggio-Ciano, Reggio-Guastalla e Reggio-Sassuolo). La situazione non pare diversa.
Terno al lotto
Davide Mottola è seduto ad attendere il treno che lo riporta nella sua Casalgrande. «Frequento la quinta allo Zanelli – afferma –. I treni sono regolari, il problema sono gli autobus e le corriere che mi devono portare a scuola: spesso sono in ritardo e c’è la ressa per salire per primi».
«Sinceramente non ho ancora capito quando e perché saltano le corse», è il pensiero di Mattia Borelli, studente di Luzzara. Mattia è iscritto alle Grandi Scuole di Reggio e prende il treno sulla tratta Reggio-Guastalla. «I treni passano e sono anche in orario, non posso lamentarmi nel complesso. Il problema – sottolinea – è che a volte viene messa una corriera sostitutiva in una fermata più lontana. Perdere le coincidenze dei treni, così, è facile».
Matteo Bardini, 18enne povigliese, è all’ultimo anno del Motti turistico nella nuova sede inaugurata in via Fratelli Rosselli.
«Ormai sono un “veterano “e non mi stupisco – precisa amaramente –. Per andare a scuola arrivo qui in Piazzale Europa e poi prendo un ulteriore autobus. I ritardi ci sono, a volte saltano le corse: insomma, ogni giorno ce ne è una».
Universitari
Irene Vezzani e Margherita Albani frequentavano sino a pochi mesi fa le scuole superiori, mentre ora sono iscritte all’Università di Parma. «Mi lamento molto di più del servizio corriere di Seta che mi porta in stazione da Rolo, che non di quello di Trenitalia», dice la prima. «I ritardi sulla linea Milano-Bologna sono quantificabili in 10-15 minuti – continua Margherita –. Sino all’anno scorso, però, ero al liceo Moro e prendevo il treno regionale da Scandiano. I risultati erano i ripetuti ritardi a scuola».
In stazione a Reggio c’è anche il guastallese Martin Sateriale. Ha 23 anni e per arrivare in viale Allegri (studia comunicazione, marketing e pubblicità in Unimore) ha fatto l’abbonamento alla tratta Reggio-Guastalla. «Ora va meglio, ma la settimana scorsa hanno soppresso alcune corse, rimediando con un autobus sostitutivo».
Quasi... tutto ok
C’è poi chi la scuola l’ha finita ed è entrato nel mondo del lavoro. Persone diverse e con professioni diverse che ogni giorno affrontano la propria vita da pendolare tra rinunce e sacrifici.
Anche in questo caso, nei racconti dei pendolari, non mancano situazioni di disagio.
«Abito a Castelfranco Emilia ma lavoro all’ospedale Santa Maria e prendo il treno – dice Benedetta Bongiovanni –. Mi trovo abbastanza bene e non ho da segnalare particolari criticità».
«Vado a Bologna tutti i giorni per allenarmi – sostiene invece Matteo Rizzi, calciatore classe 1999 con un passato alla Reggiana e ora in forza al Corticella, in serie D –. Prendevo il treno anche per andare all’Inter anni fa e il servizio è sempre stato buono». Appena però si cambia binario, il tono è differente: «Sono di Casalgrande e lavoro a Reggio, le cose qui non vanno bene – sostiene la signora Barbara mentre aspetta il treno sulla linea Reggio-Sassuolo –. Parto alle 6.30 del mattino ma spesso scopro dell’esistenza di scioperi di treni o autobus».
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