L’Ausl smentisce e rassicura: «Il pronto soccorso di Scandiano non chiude»
Le parole in televisione scatenano una ridda di reazioni bipartisan
Scandiano «Non mi risulta che sia all’ordine del giorno la chiusura del pronto soccorso di Scandiano». È cominciata così, la giornata di ieri, con una smentita dall’“alto”, dell’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, dopo l’annuncio fatto da Marina Greci, direttrice del dipartimento Cure primarie dell’Ausl reggiana – durante la trasmissione “Il Medico e il Cittadino” su Telereggio – in merito alla futura chiusura del pronto soccorso del Magati. La dirigente subito dopo sarà smentita dalla stessa direzione sanitaria dell’Ausl di Reggio, e duramente criticata da esponenti Pd. Qualche ora dopo Donini, è arrivata la smentita da parte dell’Ausl: «Non è all’ordine del giorno, mentre è allo studio l’apertura del Cau notturno». Tra le due smentite, la ridda delle reazioni, dopo quella del sindaco Matteo Nasciuti («Mai informati», aveva replicato), con l’ipotesi di una chiusura del pronto soccorso rigettata all’unanimità dalle forze politiche.
Scandiano Il pronto soccorso dell’ospedale Magati destinato a chiudere al massimo a inizio anno e sostituito dal Cau? Dopo anni di trattative l’ipotesi pareva scongiurata almeno sino alla metà del 2025, quando scadrà il secondo bando di affido alla cooperativa che garantisce i medici per 12 ore di attività diurna. Ad annunciare invece una sorprendente accelerazione è stata uno dei vertici dell’Ausl reggiana, è stata la direttrice del Dipartimento cure primarie Marina Greci. La dirigente ha parlato della questione durante il suo intervento nella trasmissione “Il Medico e il Cittadino” in onda su Telereggio.
Il punto di primo intervento, chiuso nel 2020 con l’emergenza Covid e riaperto per 12 ore al giorno nella primavera 2023 dopo anni di polemiche e difficoltà a reperire personale sanitario, verrebbe quindi chiuso e sostituito dal terzo Cau (Centro di Assistenza Urgenza) provinciale, in funzione per 16 ore.
«Siamo in procinto di arrivare all’apertura di Scandiano, se non sarà a fine anno sarà all’inizio dopo, con la stessa modalità organizzativa di Correggio, con la chiusura del punto di primo intervento e l’apertura del Cau aperto h16 (16 ore)», ha affermato la Greci durante il programma.
Un bel salto rispetto a quanto preventivato almeno ufficialmente nei mesi scorsi. Da anni, le minoranze del comprensorio ceramico hanno contestato alla maggioranza di centro-sinistra il rischio di chiusura imminente, timore sempre smentito durante lunghissimi mesi di polemiche e raccolte firme. Nel mezzo, anche battaglie sul mantenimento dell'auto medica presente in pianta stabile all' ospedale Maga ti.
Per l’amministrazione di Scandiano, e non solo, l’obiettivo era tornare a un pronto soccorso, o meglio punto di primo intervento, aperto 24 ore su 24. O come minimo, utilizzare il Cau, evoluzione delle guardie mediche prevista dalla riforma regionale, per coprire gli spazi buchi: pronto soccorso di giorno, Cau di notte.
Un tema rimaneva quello dei medici, visto che l’appalto avviato nel 2023 e rinnovato in primavera non potrà essere prorogato nuovamente. Invece, almeno da quanto emerge da questa presa di posizione, il presidio per l’emergenza-urgenza sarebbe destinato a tirar giù le serrande e il Cau sostituivo lascerebbe comunque 8 ore “vuote”. Il medesimo schema applicato a Correggio pochi mesi. La voce ha iniziato a girare di gran fretta e non è stata ben accolta, per usare un eufemismo, dal sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti.
«Si tratta di un blitz assolutamente inaspettato, nessuno ci ha mai comunicato nulla al riguardo e a livello politico, in nessun ambito e in nessuna sede, si è parlato della chiusura del pronto soccorso. Sfido chiunque a trovarmi dei verbali o dei documenti che dicano il contrario», commenta secco. «Non so quale sia il motivo di questo annuncio, non so quanto ci sia di concreto, il certo qualcuno dovrà assumersi delle responsabilità. E non intendo fermarmi. Ho già chiesto che vengano convocati il prima possibile degli incontri con i vertici Ausl e ripeto, mi aspetto che qualcuno tragga delle conclusioni e si comporti di conseguenza», conclude il primo cittadino scandianese.
LA NOTA DELL’AUSL
«La Direzione dell’Azienda USL IRCCS – dice una nota dell’Azienda Sanitaria Locale in data venerdì 27 settwmbre _ informa che non è all’ordine del giorno la chiusura del PPI di Scandiano, mentre è allo studio l’apertura del CAU notturno, legata alla disponibilità di personale medico e infermieristico adeguatamente formato».
«Auspichiamo una vasta mobilitazione. Chiediamo consigli comunali aperti nei comuni della zona ceramiche», ha tuonato Alessandra Valentini, segretaria provinciale Prc-Se. «Tutto ciò è inaccettabile», le ha fatto eco Cristina Fantinati, consigliera provinciale Terre Reggiane, puntando il dito sulla logica delle assegnazioni dei contributi regionali, «per le finalità più disparate» e «di secondo piano rispetto alla priorità che dovrebbe avere la sanità». Un esempio? «L’Unione Bassa Reggiana ha ricevuto 70mila euro dalla Regione per implementare l’educazione stradale nelle scuole, con l’acquisto di un simulatore di guida dal costo esorbitante di 54mila euro!».
«La notizia è grave non solo per le modalità con cui è stata data ai cittadini – ha aggiunto Fabio Filippi, ex consigliere regionale di Forza Italia, pronto a ricandidarsi – ma soprattutto perché chiudere un altro centro di primo intervento, dopo Correggio, significa affondare la sanità reggiana».
Tanto più che i Cau, per l’esponente di FI «non hanno risolto i problemi».
«I cittadini di Scandiano sono stati ingannati», sulla sanità locale «il Pd ha fallito», è stata la reazione dei consiglieri regionali della Lega, Maura Catellani e Gabriele Delmonte con l'ex consigliera comunale scandianese, Chiara Ferrari.
E c’è chi, come il comitato “Città attiva” di Scandiano, propone «un pubblico referendum sulla chiusura del pronto soccorso come pratica di democrazia dal basso».
«Doveroso» il chiarimento dell’Ausl secondo l’onorevole Pd Andrea Rossi, che definisce «controverse» le dichiarazioni di Greci, contro la quale si scaglia anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi: «Serve una sua assunzione di responsabilità piena. L’approssimazione non è accettabile soprattutto da chi ricopre importanti ruoli dirigenziali», conclude. l