Libri su pari opportunità e gender nascosti o rubati dalla biblioteca: «E’ censura»
La sindaca Roberta Ibbatici: «Questi episodi sono segno di ignoranza e intolleranza fuori dal tempo»
Albinea Libri sulle pari opportunità e la sessualità nascosti e rubati da mani anonime, pronte a farli sparire dagli scaffali. È una forma di “censura” particolarmente sgradevole, oltre che illegale, quella che deve fronteggiare la biblioteca comunale Pablo Neruda di Albinea, una delle principali strutture pubbliche del territorio reggiano per offerta e attività. Cosa succede? «Da diverso tempo, purtroppo, la nostra biblioteca è vittima di atti di censura a opera di qualche utente, che deliberatamente nasconde o sottrae (cosa più grave) libri a scaffale che trattano tematiche quali le pari opportunità, la lotta alle discriminazioni, l’educazione all’affettività e alla sessualità», annunciano le operatrici tramite i canali social della pagina. I primi casi di sparizioni sospette, perché legate a volumi che parlavano di questi temi sempre delicati, risalgono alla fine dell’inverno, al marzo 2024. In quel caso, era stata notata l’assenza di alcuni testi, non presenti al loro posto. Qualche ricerca aveva permesso di scoprire che qualcuno li aveva fatti cadere dietro agli scaffali, appositamente, così che sparissero dalla vista e dagli occhi degli utenti.
Il tutto era stato liquidato con un commento ironico, ma che comunque avvisava la persona autrice del gesto: «Per sbaglio un utente aveva accidentalmente fatto cadere i libri in foto dietro agli scaffali. Nessun problema, li abbiamo recuperati!». Nei giorni scorsi, una replica, più pesante. Alcuni libri sono stati nuovamente fatti scivolare nelle fessure tra i pannelli espositivi, e altri sono stati con ogni probabilità sottratti, visto che neppure dopo accurate ricerche e verifiche sono stati rinvenuti. Un furto, letteralmente, sempre legato a testi che parlano di discriminazioni, tematiche di gender e approcci alle esperienze sessuali. Difficile credere a una seconda coincidenza, e oltretutto in questa occasione non si parla solo di spostamenti maligni, ma di sottrazioni di beni di pubblico consumo e fruizione. Un gesto che ha preoccupato lo staff della biblioteca e l’amministrazione comunale, sino a decidere di rendere pubblica la questione pubblicando pure una foto dei libri “incriminati”.
«Questi episodi sono segno di ignoranza e intolleranza fuori dal tempo. Oltre che un danno a ciò che è proprietà pubblica. Suggeriamo a chi li ha sottratti di provare a leggerli già che c’è, provare ad aprire i libri e la propria mente!», commenta secca la sindaca Roberta Ibattici. La speranza è che la diffusione della vicenda rappresenti un freno, e metta in guardia sia chi ha compiuto i gesti sia gli altri fruitori, chiamati a intervenire se notassero qualcosa di poco chiaro. «La cosa ci rammarica molto dal punto di vista sociale, culturale e economico. Ricordiamo che le biblioteche pubbliche sono plurali e devono garantire la possibilità a tutti di accedere liberamente alla cultura e all’informazione, di qualunque natura essa sia», è la riflessione dello staff, che chiede poi a chi frequenta la biblioteca di far presenti eventuali manovre sospette. «Invitiamo tutti gli utenti a dare una mano e segnalare comportamenti di questo tipo al personale della biblioteca», è l’appello. l © RIPRODUZIONE RISERVATA