Il tango argentino per combattere disagi e malattie
L’iniziativa dell’associazione “Barrio de tango” alla sede di via Rodano
Reggio Emilia I movimenti del tango argentino come aiuto per compensare i problemi di equilibrio nelle persone che devono combattere contro patologie neurodegenerative e come Parkinson, sclerosi multipla e periodi successivi all’ictus.
Si chiama “Tango inclusion” il progetto a cura dell’associazione reggiana “Barrio de tango” che si svolge ogni giovedì alle 17.30.
«Non è un corso di tango – premette l’associazione –. Il nostro obiettivo è quello di utilizzare il tango argentino e la sua musica come mezzi per insegnare strumenti di buona deambulazione, riducendo i rischi di cadute, promuovendo e migliorando diversi aspetti. Tra questi, il rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico attraverso movimenti ed esercizi eseguiti sul ritmo della musica ; l’equilibrio statico e dinamico; la coordinazione e memoria attraverso la memorizzazione di sequenze di passi. Non per ultimo, attraverso i nostri laboratori di “Tango Inclusion”, verranno incoraggiate e sostenute l’interazione sociale e la connessione tra le persone, creando un ambiente sereno e amichevole, di supporto e comprensione. In questa attività potranno interagire e sarà benvenuto anche il caregiver, cioè colui o colei che normalmente fa assistenza alla persona interessata».
Il tango argentino con le sue movenze rappresenta molto più di una semplice danza: è un’attività che include in sè tanti stimoli sensoriali e comunicativi, dal forte potere inclusivo e offre, a chi vi si avvicina, nuove opportunità di arricchimento personale e sociale, migliorando la consapevolezza del proprio corpo, dei suoi movimenti e dunque la propria qualità della vita. I laboratori di “Tango Inclusion” verranno condotti da Nina Barannikova, con una formazione medica svolta all’estero, e la maestra di tango argentino Sandra Ghirarduzzi. Entrambe sono istruttrici specificatamente formate in tango terapia con indirizzo in patologie neurodegenerative, secondo il metodo “Tango inclusion”, e con esperienza decennale nel tango argentino.
«L’idea nasce dal fatto che il tango argentino viene già usato in varie forme di riabilitazione, negli ospedali o in altre strutture – spiega Alessandro Scarduelli, dell’associazione “Barrio de tango” –. Questa tecnica particolare nasce e viene usata in Toscana. Amici nell’ambiente del tango argentino ci hanno proposto di individuare persone disponibili al corso di formazione, costituito da ore trascorse ad apprendere da professionisti vari. Questa primavera abbiamo fatto un piccolo test per verificare come andasse. Ora lo abbiamo lanciato per offrirlo alla cittadinanza. Non si tratta di un corso di ballo e vogliamo specificarlo perché l’iniziativa è indirizzata a chi deve lottare contro il Parkinson, la sclerosi multipla o il post ictus e ha problemi di equilibrio e non li vogliamo spaventare dicendo che li portiamo a ballare – specifica Scarduelli –. Giochiamo con le tecniche perché queste persone abbiano strategie compensatorie per i loro problemi di equilibrio. Non è un corso di tango ma nemmeno una terapia in senso medico. Ha risultati tanto quanto la fisioterapia, ma in un ambiente che non è un ospedale o una clinica. Lo abbiamo chiamato “Tango inclusion” e viene sviluppato nella sala usata per i nostri corsi di ballo, pertanto l’atmosfera è quella di una scuola di ballo».
Per informazioni è possibile contattare il 348 420 7171 (presidente Andrea Marengo» o consultare il sito: www.barriodetango.it.