Elezioni regionali, il Pd di Reggio Emilia alla resa dei conti
Il voto in Emilia Romagna: uno tra Luca Vecchi, Federico Amico, Andrea Costa e Alessio Mammi è di troppo. Alla vigilia della direzione provinciale del Partito democratico restano in campo tutti quattro i nomi degli uomini per i tre posti disponibili
Reggio Emilia C’era una volta il partito delle primarie. Ora c’è quello del... primo giro, che non è quello delle birrette al bar ma quello dei mandati amministrativi. Lunedì sera (7 ottobre) la direzione provinciale del Pd di Reggio Emilia si riunirà per scegliere chi dovrà correre alle prossime elezioni reginonali, nella lista che propone l’ex sindaco di Ravenna Michele de Pascale come successore di Stefano Bonaccini. Dopo un primo giro (in consiglio regionale) ce ne deve essere un altro.
«È la prassi... si è sempre fatto così», lasciano intendere quanti lo vorrebbero, come i bambini davanti a una giostra divertente. E c’è chi è così attaccato a questa cabala che è arrivato anche a vaticinare lustri di sventura e piaghe varie. Sull’altro fronte, i contrari a questo approccio sostengono che non c’è scritto da nessuna parte che chi ha fatto un giro abbia diritto a farne un altro. E ovviamente ognuna delle due fazioni sostiene di aver la ragione dalla sua parte in questa battaglia.
Di principio e personale, perché parliamo di quattro candidati per tre posti, di quattro personalità del Pd reggiano che incarnano storie personali diverse e legittime ambizioni. E siccome il 4 nel 3 – la matematica non è un’opinione – non ci sta, ecco che Massimo Gazza, segretario provinciale del Pd reggiano sta lavorando pancia a terra con un unico obiettivo: trovare un accordo. Che può tradursi in diversi modi.
Prima opzione: un gentlemen agreement tra i contendenti su cui però anche i più spregiudicati bookmakers oggi – a 24 ore dal redde rationem – non si azzarderebbero a scommettere.
Seconda ipotesi: un accordo a livello bolognese che consenta a qualche candidatura di trasformarsi in investititura per la giunta regionale futura. E, se è possibile, questa eventualità appare ancora più irrealizzabile, non foss’altro perché metterebbe in discussione un modus operandi che ha caratterizzato l’avvio di questa campagna elettorale, in cui tutti gli assessori regionali uscenti figurano candidati. Tutti tranne Vincenzo Colla, l’unico sicuro di una conferma in giunta in virtù del “patto” che gli ha fatto fare un passo indietro nella corsa alla presidenza regionale, dando il via libera a de Pascale. Per tutti gli altri, il lavacro delle urne è un modo per ripartire “vergini” dopo il papato di Bonaccini, in modo che il nuovo candidato presidente possa, una volta eletto, scegliere la sua squadra anche sulla base di criteri oggettivi come il numero delle preferenze ottenute dai candidati.
In questa opzione, il nome caldo è quello di Alessio Mammi, assessore uscente all’Agricoltura con una ottima pagella sul lavoro svolto. Pagella che stavolta non basta o quantomeno non dà nessuna sicurezza. Ma tant’è: l’ex sindaco di Scandiano è pronto alla battaglia. Come lo è l’ex sindaco di Reggio, Luca Vecchi che ha risposto presente all’appello lanciatogli da tutti i circoli cittadini del Pd.
Poi, a Mammi e Vecchi si aggiungono due consiglieri regionali uscenti: Andrea Costa e Federico Amico. Andrea Costa appartiene alla fazione del secondo giro, diritto o prassi non importa, purché secondo sia. La storia di Federico Amico è invece diversa: è iscritto al Pd da poco, al punto che il suo primo mandato da consigliere regionale ha la targa della sinistra. Quella sinistra che poi – e qui si capisce il perché della damnatio memoriae che ha colpito le povere primarie d’una volta – portò Elly Schlein all’Opa (più che ostile, osteggiata) sul Pd e da lì alla segreteria.
Tradotto: Federico Amico è oggi il politico reggiano più vicino a Elly Schlein. E come se non bastasse, ha anche lui un credito da vantare, se è vero che quando era in gestazione la giunta comunale di Massari doveva sedere in giunta, ma il medico sindaco si oppose e Amico restò senza poltrona. E se vale il passo indietro di Colla perché non dovrebbe valere il suo? Per sapere come andrà a finire bisognerà attendere. Non tanto, per la verità. Oggi è in programma una riunione della segreteria provinciale. Poi domani, lunedì, la riunione della direzione provinciale.
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