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Il caso nel Ferrarese

«Ci hanno licenziati con una Pec»: una mail alle 8.05 e 77 addetti vanno a casa

Annarita Bova
«Ci hanno licenziati con una Pec»: una mail alle 8.05 e 77 addetti vanno a casa

Lo stabilimento della Regal Rexnord di Masi Torello chiuderà per trasferire la produzione: si parla di India o Cina

08 ottobre 2024
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Ferrara Settantasette. Questo il numero dei lavoratrici e lavoratori della Regal Rexnord di Masi Torello che perderanno il lavoro perché lo stabilimento chiuderà per trasferire la produzione altrove. In India e in Cina a quanto pare. La notizia è arrivata alle Rsu via Pec: un licenziamento collettivo piombato addosso a decine di famiglie dalla sera alla mattina come uno schiaffo in pieno viso.

«Non ne sapevamo nulla. Siamo arrivati in fabbrica e le Rsu, incredule e sbigottite, ci hanno comunicato la decisione dell’azienda. Nessun segnale, nessun confronto, nessun tavolo». Stato di agitazione, sciopero immediato e cuore in gola fino a mercoledì, quando arriverà l’esito dell’esame congiunto nell’ambito dell’incontro fissato nella sede di Confindustria a Ferrara.

«Questa mattina (ieri, ndr) alle 8 abbiamo ricevuto una Pec con la quale c’è stata comunicata l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo, per tutto lo stabilimento - spiega Chiara Zambonati della Fiom -. In maniera chiara viene comunicato che si procederà con l’esame congiunto il giorno 9, quando ci troveremo in Confindustria con la parte rappresentativa dell’azienda, e noi come parti sociali, per discutere sul come procedere. Ma i licenziamenti sono conclamati e ufficializzati nella lettera stessa». Questo cosa significa? «Sostanzialmente si apre una procedura di legge che prevede che nell’arco di 75 giorni e prima del licenziamento effettivo, ci sia un percorso tecnico ben preciso da seguire». La pec è arrivata alle Rsu esattamente alle 8.05 «ma ai dipendenti non è stato detto nulla, e a noi prima di oggi nemmeno».

Le Rsu e i rappresenti sindacali (presenti Fiom Cgil, Cisl e Uil) hanno subito chiesto un incontro con i rappresentati locali dell’azienda (che ha sede all’estero) e sono stati ricevuti ieri alle 12: «Abbiamo detto in maniera chiara che è stata utilizzata una metodologia assolutamente scorretta e poco rispettosa nei confronti dei lavoratori, i quali hanno saputo solo da noi dell’arrivo di questa comunicazione». Dalla sede di Masi Torello hanno spiegato che “anche loro erano all’oscuro di tutto, che la decisione è piovuta dall’alto. Resta il fatto che vogliono chiudere e senza nessun incentivo, per cui il licenziamento prevede l’uscita di tutti e 77 i lavoratori con l’esportazione della produzione all’estero, in India e in Cina». «La discussione la sposteremo a livello regionale - vanno avanti i sindacalisti -, cerando di capire cosa è possibile fare, perché tutto questo è surreale. Non c’era alcun tipo di allarme che portava a pensare a cosa sarebbe successo».

Tenuto presente che il settore della metalmeccanica nella provincia di Ferrara è particolarmente in difficoltà, «ci può stare che si proceda con l’accesso all’ammortizzatore sociale, ma qui non abbiamo nemmeno quello: si è passati direttamente alla cessazione de rapporto di lavoro. Mandare a casa 77 lavoratori significa mettere in crisi 77 famiglie - sottolinea Zambonati -. Eravamo tranquilli, per come si possa essere tranquilli in un momento che resta in generale delicato. Il 27 avevamo avuto un incontro durante il quale si era parlato addirittura di assimilare una parte della lavorazione che veniva fatta in altri stabilimenti (in Italia come all’estero) nel nostro di Masi Torello. Ecco perché siamo sconvolti. Mai visto in tanti anni nulla del genere».l © RIPRODUZIONE RISERVATA