Gazzetta di Reggio

Reggio

L’iniziativa “Campioni!”

Il dottor Savino: «Ci sono giovani sportivi che prendono farmaci e abusano di integratori»

Il dottor Savino: «Ci sono giovani sportivi che prendono farmaci e abusano di integratori»

Il cuore purtroppo è tra i principali organi interessati dagli effetti dannosi derivanti dall’impiego di sostanze

3 MINUTI DI LETTURA





Inizia questa settimana, all’interno dell’inserto “Campioni!” una collaborazione con il dottor Gustavo Savino, coordinatore del centro regionale antidoping.

Il medico ci regalerà periodicamente alcune riflessioni sui giovani e sugli atleti e il loro stato di salute, approfondendo gli argomenti dal suo particolare punto di osservazione. In questa prima puntata l’attenzione è, ad esempio, sull’abuso di farmaci, una prassi purtroppo sempre più diffusa anche tra i giovani.

Gustavo Savino*

L’abuso di farmaci è un fenomeno particolarmente diffuso che interessa vari ambiti, spesso si trascura l’ipotesi che tale fenomeno possa interessare anche gli atleti e i giovani. Purtroppo l’impiego di farmaci in ambito sportivo può coinvolgere atleti di vario livello soprattutto in ambito amatoriale, contesto nel quale non è possibile effettuare controlli antidoping. La pratica maggiormente diffusa è quella dell’impiego immotivato o abuso di integratori e supplementi alimentari, è infatti convinzione di alcuni che lo sport richieda un apporto di nutrienti “sintetici” maggiore a causa di un dispendio energetico aumentato; tale apporto però deve privilegiare una rimodulazione della dieta e non sempre prevedere l’assunzione di supplementi sintetici, pratica che può essere prescritta a chi pratica sport ad elevato impegno cardiovascolare o a livello professionistico o elitario perché non riesce ad alimentarsi in maniera adeguata a causa dei ritmi di gioco e di allenamento. Talvolta l’abuso o uso immotivato di integratori è accompagnato da impiego di farmaci, tra le categorie più utilizzate compaiono gli antiinfiammatori, i cortisonici ed a volte anche modulatori del tono dell’umore fino alle vere e proprie sostanze dopanti.

Il doping è una pratica vietata nello sport agonistico e, nel mondo dello sport amatoriale trova una ampia diffusione perché riesce a diffondersi grazie all’ignoranza e scarsa informazione sui rischi derivanti dall’uso immotivato di farmaci. Il doping si configura proprio come l’impiego immotivato di farmaci da parte di chi pratica sport e si presenta come una vera e propria “terapia”, inutile, tramite la quale si “beneficia” di effetti potenzialmente utili alla prestazione e per un tempo limitato ma al caro prezzo di una importante prevalenza di effetti collaterali e rischio di dipendenza.

Una delle pratiche dopanti più diffuse in ambito amatoriale è l’assunzione di ormoni Steroidi Androgeni Anabolizzanti, tale pratica, orientata alla ricerca di un aumento della massa muscolare, comporta per il soggetto di sesso maschile una rapida perdita della funzione testicolare, forme di evidente ginecomastia, epatopatia, ipertensione e cardiomiopatia ipertrofica con elevato rischio di ischemia e infarto. Ciò favorisce l’assunzione di ulteriori farmaci per il contrasto degli effetti collaterali e configura una vera e propria farmacodipendenza accompagnata anche da sindromi caratterizzate da alterazioni del comportamento e comparsa di sindromi psichiatriche come la dismorfia muscolare o vigoressia.

Il cuore purtroppo è tra i principali organi interessati dagli effetti dannosi derivanti dall’impiego di sostanze ed il paziente/atleta poli-farmaco-assuntore non ha un riferimento sanitario presso cui richiedere assistenza. Sarebbe auspicabile una formazione del personale sanitario sui rischi del doping in ambito nazionale e la costituzione di ambulatori dedicati alle farmacodipendenze che, in sinergia con i Servizi per le Tossicodipendenze possano prendere in carico anche pazienti che in modi e forme diverse manifestano forme di dipendenza da farmaci nate in contesti “sportivi”.

*coordinatore Centro Regionale Antidoping