Accise, il diesel è uguale alla benzina. «Ma non per gli autotrasportatori»
Consumatori in allarme: «Così pagheranno solo gli automobilisti»
Roma L’allineamento delle accise sui carburanti continua a sollevare polemiche. E non basta che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, assicuri che «gli autotrasportatori hanno una disciplina specifica e non sono interessati dal cosiddetto allineamento delle accise». Perché la dichiarazione, a margine del voto alla Camera sul piano strutturale di bilancio che contiene la misura, non basta affatto a sopire il malcontento. «Ne consegue che gli unici ad essere interessati dalla misura rischiano di essere gli automobilisti, i quali dovranno fare i conti con rialzi dei prezzi dei listini alla pompa e aggravi di spesa per i rifornimenti», è la denuncia del Codacons.
«I consumatori italiani sono in allarme, perché l'intervento sulle accise rischia di essere interamente scaricato sui cittadini, gli unici che pagheranno il prezzo di un eventuale rialzo della tassazione sui carburanti – afferma il presidente Carlo Rienzi – Per questo chiediamo sin da ora al governo di convocare le associazioni dei consumatori per illustrare le misure allo studio in tema di accise ed evitare che ancora una volta gli automobilisti italiani siano usati come uno sportello Bancomat dallo Stato».
Per l’Unc (l’Unione nazionale consumatori) si tratta invece di «un'ottima notizia» perché «i maggiori costi degli autotrasportatori sarebbero stati traslati sul prezzo finale dei prodotti trasportati, ossia sarebbero stati pagati dai consumatori, con effetti deleteri sull'inflazione» ma «non vorremmo che, con la scusa di garantire il raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale, si facesse cassa, incassando soldi facili sulle tasche degli automobilisti, rimpinguando la casse dell'erario».
«Le dichiarazioni del ministro competente sul tema delle accise non forniscono un quadro chiaro di quelle che sono le scelte del Governo», secondo il presidente Unatras Paolo Uggè. «Non è vero che tale decisione discenda da un obbligo imposto dall'Unione Europea. La responsabilità ricade interamente sul Governo italiano che aumenta le tasse su una categoria fondamentale per l'economia nazionale. Questo non è accettabile, così come è insolito il mancato confronto con le rappresentanze delle categorie interessate», sottolinea.