Gazzetta di Reggio

Reggio

L’allarme

«Rischio alluvioni, cassa di espansione inadeguata: tra Modena e Rubiera si rischia»

Gabriele Farina
«Rischio alluvioni, cassa di espansione inadeguata: tra Modena e Rubiera si rischia»

A Marzaglia comitati in campo dopo il caso degli alberi tagliati per sbaglio

3 MINUTI DI LETTURA





Rubiera  «La cassa di espansione del Secchia è sicura solo per le piene piccole». I comitati Salute ambientale Campogalliano e Arginiamo sono tornati venerdì a Marzaglia. Sulle spalle gli alberi tagliati oltre misura, per cui nutrono dubbi sui tempi per restituire piante all’area. Nella testa le mappe e i progetti per aumentare la capacità della cassa di espansione stessa. «Dal punto di vista idraulico, il disboscamento non migliora nulla – ha obiettato Massimo Neviani, rappresentante di Salute ambientale Campogalliano – e lo stesso varrà quando alzeranno gli argini. Fino a quando non si compieranno tutti i passaggi previsti, non si arriverà alla messa in sicurezza». Nel progetto esecutivo presentato da Aipo si legge come si attende un miglioramento nella zona. «L’effetto dell’intervento, dopo il completamento delle opere, sarà consistente – la tesi nel progetto esecutivo – e permetterà di contenere all’interno delle arginature di valle con ragionevole certezza eventi di piena (generati da piogge di lunga durata, pari a ventiquattro ore) aventi tempo di ritorno compreso tra i trenta ed i quaranta anni».

Il tempo di ritorno è una unità di misura applicata in ingegneria idraulica. Indica un periodo in cui sono attesi due eventi di intensità pari, se non superiore. Neviani ha citato l’esempio dei lavori alla cassa di espansione di Baganza nel Parmense, dove il tempo di ritorno atteso è di due secoli (assieme alla cassa del Parma), come ricordato il 22 aprile scorso dalla Regione. Per la cassa sul Secchia il tempo di ritorno atteso è di cinque volte (al massimo) inferiore. «Si vuole solo sottolineare come la nuova configurazione, comporterà nel complesso, un miglioramento della sicurezza idraulica dell’area – si legge ancora nel progetto esecutivo di Aipo – con un impatto positivo sulla popolazione». Per i due comitati intervenuti ieri a Marzaglia le rassicurazioni non bastano. «Quando c’è un po’ di pioggia, la gente trema – ha osservato Vittorio Cajò a nome di Arginiamo – Gli artigiani mi chiedono dove mettere macchine da due tonnellate in caso di piena». Cajò ha acquistato un elevatore per l’auto dopo l’alluvione legata al Secchia il 19 gennaio 2014. «Le persone si sono messe a ridere – ha aggiunto – ma ho utilizzato lo strumento per quattordici volte. Ciò significa che per quattordici volte c’è stato un reale pericolo di alluvione». Neviani ha ripreso la parola, auspicando che i candidati alle elezioni regionali possano prendere a cuore il tema della sicurezza idraulica. «I risultati finora sono stati deludenti, ma chiari – ha detto l’esponente di Salute ambientale Campogalliano – Ci hanno detto che la sicurezza non è la nostra priorità e lo abbiamo visto in Romagna». La delusione per la politica locale è altrettanto evidente. «Abbiamo incontrato i candidati sindaco a Modena, dove le acque dei fiumi farebbero più danni – ha aggiunto Neviani – e abbiamo notato una totale inconsapevolezza». «Abbiamo proceduto a due denunce perché non abbiamo ottenuto risposta da nessuno», ha incalzato Aldo Lugli dello stesso comitato.«Ho chiesto un incontro con Vittorio Molinari, assessore all’Ambiente – ha concluso Cajò – ma la richiesta non ha avuto seguito».l © RIPRODUZIONE RISERVATA