Gli insegnanti d’Italia sono i meno pagati d’Europa
L’inflazione è tre volte l’aumento contrattuale: «Ci daranno 60-70 euro lordi». La Cgil valuta lo sciopero
«E’ probabile che a fine mese proclameremo uno sciopero nell’ambito della scuola perché lo stato di agitazione non basta. Anche l’attuale, come tutti i governi a partire almeno dal 2008 con l’allora ministra Gelmini, non investe sulla scuola e oggi abbiamo un aumento degli stipendi del personale della scuola che nel 2019-21 è stato pari al 5,87% quando l’inflazione calcolata con l’Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell'Unione Europea nel periodo cumula poco meno del 18%. Inoltre una quota parte di quell’aumento è stato dato lo scorso Natale sotto forma di “regalo”: il governo Meloni, cioè, ha fatto un dono con i soldi che spettavano al personale».
È durissima Monica Ottaviani, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza - Flc di Cgil Emilia Romagna, nel descrivere la situazione del personale scolastico, soprattutto quando analizza l’andamento degli stipendi degli insegnanti che continuano a essere i più bassi del mondo occidentale (rapporto Ocse 2024 “Education at a Glance”). «Non investiamo nel futuro e non lo facciamo da troppo tempo - prosegue Ottaviani di Cgil- anche perché, esattamente come avviene nella sanità, questo governo pare vedere di buon occhio di più le scuole private. Oggi il Ministero della scuola ci convoca, ma non siamo ottimisti perché anche se le risorse pubbliche ci sarebbero non vediamo alcun adeguamento all’inflazione e mancano anche gli investimenti negli organici della scuola: servono più posti di lavoro di qualità del sistema dell’istruzione pubblica e occorrerebbe anche ridurre gli alunni per classe che in Emilia Romagna raggiunge quota 26». Sulla cima di questo monte di problemi ci sono appunto gli emolumenti più bassi d’Europa per i nostri insegnanti, coloro che formano i cittadini europei e italiani che domani saranno classe dirigente. Secondo i dati che pubblichiamo il salario medio degli insegnanti italiani è pari a 31.950 euro lordi l’anno, un dato sideralmente lontano da quello della Germania dove un prof mediamente porta a casa 47.250 euro lordi l’anno mentre un prof di scuole superiori a fine carriera può arrivare a quota 87mila. Per non parlare del Lussemburgo dove l’anzianità dei prof porta fino a 141mila euro annui. Tornando agli emolumenti medi noi siamo nettamente sotto anche il dato Ocse che è pari a 43mila euro mentre in Francia e Spagna si raggiungono rispettivamente i 37.080 euro e 33.030 chiaramente sempre lordi. Se guardiamo le buste paga mensili un insegnante italiano mediamente è sotto i 2mila euro lordi quando un tedesco arriva a 5mila, mentre un precario sta addirittura a 1300-1400 euro. Insomma, altri mondi. «In Italia - prosegue la sindacalista di Bologna - abbiamo appena firmato il contratto 2019-2021 quindi siamo indietro di tre anni. In base appunto a quel che le dicevo sulla inflazione siamo davanti a una vera e propria erosione del potere d’acquisto dei salari degli insegnanti che già hanno mensili bassi. Secondo i nostri calcoli per ovviare a questa ulteriore gravità del potere d’acquisto servirebbero 6 miliardi di euro per adeguarli rispetto alla inflazione reale. Senza dimenticare che un insegnante precario guadagna molto meno della cifra media anche perché non ha gli scatti di anzianità dei dipendenti e così ogni anno, con uno stipendio di dieci mesi e gli altre due in cui prende qualcosa di disoccupazione, deve ripartire la zero. In tal modo il suo stipendio non cresce mai». Ottaviani quasi si vergogna nel parlare di cifre: «Con l’ultimo contratto l’aumento effettivo in busta paga è di circa 135-140 euro, lordi ovviamente. Si tenga conto che circa 65 sono stati anticipati, come dicevo, lo scorso Natale dal governo. L’aumento vero quindi è la differenza, ossia 70-80 euro lordi. Ma di che cosa stiamo parlando?».
E a quanto arriva un insegnante a fine carriera, dopo 35 anni di contributi? «Siamo intorno ai 35mila euro o in alcuni casi proprio massimi arriviamo a quota 40mila lordi quando altrove le cifre sono ben diverse. In Italia siamo bassi perché i vari governi non hanno mai creduto nel sistema scolastico, nella valorizzazione del personale quando invece si potrebbe fare molto di più per questa che dovrebbe essere una priorità del paese. Invece il Pil della scuola si ridimensiona via via che passa il tempo e resta fortissimo il problema del precariato che ora in Italia riguarda 250mila colleghi. Ricordo anche che se un precario sta sui 1300-1400 euro un collaboratore scolastico non arriva neppure a mille euro al mese. Come si fa a viverci? A Bologna un affitto costa 700-800 euro per stanza…».