«Sparare senza visibilità è inconcepibile». Leguigno tra rabbia e dolore dopo la morte di Marco Gentili
Il 68enne era a raccogliere le castagne quando è stato raggiunto da un proiettile. Gli amici: «Era un angelo in terra e ora è un angelo in cielo»
Casina «Abbiamo cominciato a sentire le sirene dell’ambulanza e delle forze dell’ordine e abbiamo subito capito che era successo qualcosa. È una disgrazia che non doveva accadere, perdiamo un vero amico». Leguigno è una frazione di circa 400 abitanti e non conoscersi, qui tra i monti del nostro Appennino, è cosa complicata. Marco Gentili, 68 anni, tornato in paese dopo la pensione, viveva da solo lungo via Monte, poco distante dal cimitero e dal campo sportivo, e ora a piangerlo sono prima di tutto i vicini di casa.
«Non è una frase di circostanza, ma era una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto - dice Ettore Ferri -. Siamo diventati amici e uscivamo spesso. Marco amava raccogliere castagne e fare passeggiate, ma anche stare in compagnia».Camminando tra le vie di Leguigno, tra la nebbia di ottobre e le zone boschive, si incontrano le persone che con lui hanno condiviso momenti speciali: nei loro occhi si legge la commozione e la tristezza per una morte che tutti definiscono "assurda".
«Era una persona speciale - commenta Sandro Bari -. A volte, scherzando, dicevamo che era gentile di nome e di fatto». Non può mancare, mentre ci mostra il terreno in cui Gentili coltivava foraggi e frumenti, la polemica sui cacciatori: «Sparare senza avere visibilità è inconcepibile. Noi residenti - prosegue Bari - siamo stanchi. Qua ci sono anche bambini e non possiamo essere schiavi di queste persone che hanno reso una proprietà privata al civico 2 della strada principale un mattatoio, dove viene esposta praticamente al pubblico la carne cacciata prima di venderla. Ci faremo sentire nelle sedi competenti».
Alla cosiddetta Casa della Caccia, dove per tutta la mattinata di mercoledì 16 ottobre le forze dell’ordine hanno interrogato gli altri cacciatori, c’è poca voglia di parlare, ma la nebbia e la cancellata non impediscono di captare la sensazione di dolore per una mattina che doveva essere di sport e si è trasformata invece in tragedia. Una volta raggiunta la pensione, Marco Gentili aveva cominciato a collaborare con la Croce Rossa di Casina, che ora lo piange: «La sua indole era quella di aiutare gli altri e così ha fatto mettendosi a disposizione del nostro ente - commenta ora l’ex presidente Andrea Soncini -. L’ho sempre visto col sorriso, lascia davvero un grande vuoto».In paese, al Circolo Acli di Leguigno, non si parla d’altro e non potrebbe essere altrimenti. C’è poca voglia di esprimersi davanti ai microfoni, ma un anziano si lascia andare più degli altri: «Domani sera (stasera, ndr) sarebbe venuto a fare la classica partita a carte. Era una persona buona e socievole». «Era un angelo in terra e ora è un angelo in cielo - sottolinea con la voce rotta la vicina Liliana Macaluso -. Non si può morire così».