Indagati zio e nipote per la morte di Marco Gentili
Sono accusati di omicidio colposo: le indagini devo chiarire da quale fucile è partito il colpo che ha raggiunto il 68enne
Casina Sono due gli indagati per la morte del 68enne Marco Gentili, colpito mercoledì da un colpo di fucile mentre era con un amico in un castagneto a Leguigno. Quando è avvenuta la tragedia, era in corso una battuta di caccia al cinghiale e la zona era avvolta nella nebbia fitta.Gentili è deceduto in pochi istanti dopo essere stato colpito all’inguine. Il 68enne si trovava tra il cimitero di Leguigno e Trezzara, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Gentili, per anni infermiere al Sert di Reggio Emilia, era tornato a Leguigno, dov’era nato, dopo la pensione, per vivere nella casa della madre.
La procura di Reggio Emilia, rappresentata dal sostituto procuratore Denise Panoutsopoulos, coordina le indagini dei carabinieri. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Al momento, sono indagati Tiziano Rossi (1947), pensionato, incensurato, assistito dall’avvocato Claudio Vincetti (Studio Ferrari Vincetti & Associati), e il nipote Primo Croci Olandieri (1971), assistito dall’avvocato Giuseppe Caldarola. I familiari di Gentili sono invece assistiti dall’avvocata Stefania Beretti.
Non è escluso che le indagini possano coinvolgere altre persone: alcune posizioni sono infatti al vaglio degli inquirenti. Oltre ai due indagati, che hanno ricostruito l’accaduto davanti agli inquirenti, sono state ascoltate altre persone per raccogliere tutti i dettagli. Mercoledì sarebbero stati esplosi almeno tre colpi, uno dei quali letale.Ieri pomeriggio si è svolta l’udienza per il conferimento dell’incarico al medico legale, Michele Carpinteri, che oggi, a Modena, svolgerà l’autopsia. Si terranno anche accertamenti e perizie, come quella balistica, per capire con certezza da quale arma sia partito il colpo fatale e la direzione del proiettile. Le armi usate durante la battuta di caccia sono state sequestrate; tra le persone ascoltate dai militari della Compagnia di Castelnovo Monti e del comando provinciale di Reggio Emilia ci sono più di 20 cacciatori appartenenti alla squadra di Leguigno dell’Atc Re 3, che hanno come base la Casa della Caccia.
I carabinieri, da giovedì mattina e per diverse ore, sono tornati sul luogo dell’incidente, perlustrato anche con l’utilizzo dei droni della polizia provinciale per ricavare un quadro chiaro.Il pensionato, che era separato, lascia due figli, Marta e Gabriele, il fratello Augusto e la sorella Giuseppina.Purtroppo non è il primo incidente legato ai cinghiali che coinvolge le famiglie degli indagati. Il fratello di Primo Croci Olandieri, Brenno, nel dicembre 2019 era rimasto ferito dopo aver recuperato il suo cane, Marek, che durante la battuta di caccia aveva fiutato la traccia di un cinghiale e l’aveva seguita fuori dall’area di battuta. Quando era sceso dall’auto, Brenno lo aveva trovato ferito da un grosso cinghiale, lo stesso che poco dopo gli si era avventato contro, azzannandogli la gamba destra all’altezza del polpaccio.l© RIPRODUZIONE RISERVATA