Corsa contro il tempo per riparare gli argini prima delle nuove piogge
Le cause della rottura secondo l’Aipo: «L’eccezionale quantitativo di pioggia in poche ore: canali irrigui pieni hanno scaricato nel Crostolo e il Po era in piena»
Cadelbosco Sopra Anche lunedì si è lavorato a pieno ritmo per riparare gli argini rotti dalle acque. «Una corsa contro il tempo, prima che arrivino altre piogge», ha detto Gianluca Zanichelli, direttore di Aipo. La situazione più complessa riguarda il Crostolo. Lunedì si prevedeva di riparare entro martedì sera la rottura arginale che si è verificata a Cadelbosco Sotto, non lontano da Santa Vittoria.
Dodici escavatori, due rulli compressori e decine di camion sono impiegati dalle aziende incaricate da Aipo per ripristinare condizioni di sicurezza nei cinque punti di rottura. Aipo ha chiuso ieri mattina la breccia del cavo Cava e in serata stava ultimando quella del canalazzo Tassone. Da domenica, ci si interroga sulle cause della rottura degli argini. «Il motivo è stato l'eccezionale quantitativo di acqua caduto in poche ore. I canali irrigui si sono riempiti e successivamente scaricati nel Crostolo. Contemporaneamente, si è verificata la piena del Po, che ha impedito a canali e torrenti di defluire», spiega il direttore Zanichelli. «Quando il livello dell’acqua è salito e ha superato gli argini, ha iniziato a eroderli fino a causarne la rottura».
Per far defluire gli eccezionali quantitativi di acqua dal comprensorio gestito i tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, nella serata di domenica, hanno azionato anche l’idrovora consortile di Boretto (in grado di sollevare fino a 25 metri cubi al secondo nel fiume Po) eseguendo alcune manovre speciali per poter attivare il funzionamento dell’impianto: quando il livello del Grande Fiume raggiunge quote analoghe a quelle di questi giorni infatti non sarebbe possibile l’utilizzo delle pompe per il sollevamento delle acque. Ciò nonostante la Bonifica, per poter fronteggiare una situazione emergenziale, è riuscita nelle operazioni di accensione delle pompe operando poi l’unica scelta possibile per far defluire le acque in sicurezza: quella di una “tracimazione controllata” all’interno del piazzale e del capannone posti tra chiavica e controchiavica dell’impianto consortile stesso. Un sacrificio necessario che ha avuto esito positivo, riuscendo sensibilmente a ridurre il livello del Canale Derivatore e l’apporto di acqua nella Parmigiana Moglia da scaricare nel fiume Secchia a Mondine, nel Mantovano.
Questa manovre di natura eccezionale, favorite dal fatto che anche le condizioni meteorologiche stanno agevolando il deflusso della piena, stanno contribuendo all’abbassamento dei livelli dei principali collettori di scolo del sistema delle Acque Alte (Canalazzo di Brescello, Canale di Risalita, Canale di Castelnuovo, Cavo Bondeno, Cavo Tresinaro, Cavo Naviglio e Cavo Lama), ora sensibilmente calati.
Rimane invece sotto pressione il sistema delle Acque Basse con i collettori principali (Alfiere e Acque Basse Reggiane) in gran difficoltà per lo smaltimento dell’acqua che continua e fuoriuscire dalle rotte arginali. Il personale consortile sta incontrando gli amministratori e i relativi uffici tecnici dei Comuni interessati (Castelnovo Sotto, Poviglio, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e Novellara) allo scopo di concordare le azioni di protezione civile da adottare e, al contempo, stanno progettando le azioni da mettere in campo per smaltire in tempi rapidi l’acqua scaricata nel sistema consortile dai corsi d’acqua principali. L’ente di Bonifica continua a lavorare con le principali idrovore del Consorzio (San Siro, Mondine, Torrione e Boretto) che seguitano ad operare a pieno regime sollevando, complessivamente, oltre 150 metri cubi al secondo di risorsa idrica nei corsi d’acqua esterni alla rete consortile. Oltre a ciò, uomini e mezzi del Consorzio proseguono nelle operazioni di ripristino di quelle rotture arginali avvenute nel proprio reticolo.
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