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Assalto a Rio Saliceto: «Sembravano armati di kalashnikov»

Jacopo della Porta
Assalto a Rio Saliceto: «Sembravano armati di kalashnikov»

Reggio Emilia: quattro minuti di paura alla gioielleria Goldoni Sorelle

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Rio Saliceto Banditi armati di pistole e mitragliatori, «che sembravano kalashnikov». Dentro alla gioielleria non hanno esitato a colpire alla testa con schiaffi e con il calcio di un’arma titolari e dipendenti. Fuori, i passanti sono stati allontanati sotto la minaccia delle armi. Insomma, «una rapina con tutti i crismi», come dice un dipendente di Goldoni Sorelle. A un certo punto, una delle titolari è riuscita a chiudersi in una stanza, lasciando fuori i rapinatori. «Allora quelli hanno iniziato a urlare che avrebbero sparato...».


Ieri mattina l’oreficeria-orologeria era aperta e, come al solito, c’era un via vai di clienti. Il negozio, aperto dal 1960, è gestito dalle sorelle Deanna, Ave e Silvana Goldoni con le nipoti. Ovviamente l’argomento ricorrente era ciò che era accaduto poche ore prima, alle 18.55 di mercoledì.

«Sono entrate tre persone - prosegue il dipendente - Erano vestite di nero da cima a fondo, guanti e passamontagna compresi. Sembravano i Nocs. Avevano un mitragliatore e due pistole, una color argento e l’altra nera. All’esterno c’era un’altra persona con il mitragliatore e una al volante di una Giulietta di colore bianco, vecchio modello, che non fanno più».

L’assalto è durato quattro minuti. «Come clienti erano presenti madre e figlia e una neonata. Inoltre, c’erano due ragazze che stavano scegliendo un orologio. I rapinatori hanno urlato: “Fuori i clienti”. Ne ha approfittato anche mia moglie per uscire e appena fuori ha iniziato a telefonare per dare l’allarme ma non è riuscita perché è rimasta in attesa».

Quando è iniziato il raid, dietro al bancone c’erano le titolari e i dipendenti, in totale sette persone. «Hanno iniziato ad arraffare quello che riuscivano e metterlo dentro un borsone. Mi sono parsi dell’Est Europa, ma non sono sicuro, di certo non erano emiliani. Non erano giovani, le borse sotto gli occhi erano di persone di una certa età, dai 50 anni in su».

Durante queste concitate fasi, i banditi hanno iniziato a innervosirsi. «Non eravamo abbastanza rapidi per loro. A me hanno dato due schiaffi dietro la testa e lo stesso a una dipendente. A una delle sorelle l’hanno colpita dietro la testa con il calcio della pistola». La diretta interessata interviene: «Sono andata al pronto soccorso. Non c’è niente di rotto, solo una botta...».

Il momento più pericoloso si è vissuto quando una delle titolari è riuscita a chiudersi in una stanza. Un bandito si stava facendo condurre dove pensava ci fosse la cassaforte, ma è rimasto fuori. «Ha iniziato a urlare che avrebbe sparato e anche un complice lo invitava a farlo».

Alla fine, hanno distrutto l’impianto di videosorveglianza con un oggetto pesante e ne hanno prelevato alcune parti, con l’intenzione di cancellare le tracce del loro passaggio. Poi, hanno imboccato l’uscita, che avevano avuto l’accortezza di lasciare aperta per evitare di restare chiusi dentro. Con loro, un sacco pieno di gioielli, argenteria e tanti oggetti preziosi per un valore ingente e ancora da quantificare. Sono saliti sulla Giulietta e sono partiti a tutta velocità in via Garibaldi facendo perdere le loro tracce.

Nel frattempo, alcuni passanti e negozianti di piazza Carducci assistevano sgomenti a quanto stava accadendo. I carabinieri hanno acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza di varie attività.  L’ipotesi è che abbiano approfittato del fatto che in questi giorni le forze dell’ordine sono molto impegnate nelle zone alluvionate

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