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Gli sfollati restano quasi tremila: oltre la metà sono nel Reggiano

Gli sfollati restano quasi tremila: oltre la metà sono nel Reggiano

Nel Bolognese preoccupa una frana a San Benedetto Val di Sambro

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Bologna Restano quasi tremila gli evacuati in Emilia-Romagna a seguito dell’ondata di maltempo, effetto del cambiamento climatico, che lo scorso fine settimana si è abbattuta sulla nostra Regione. Di questi, circa 1.636, dunque oltre la metà, sono nel reggiano (principalmente a Cadelbosco Sopra), 1.147 nel bolognese e i restanti nel parmense (190). Trentuno le persone in carico al sistema pubblico di protezione civile. La situazione resta critica e, dopo i rovesci sparsi di ieri, oggi sono attese precipitazioni, più intense e persistenti sul crinale appenninico centro-occidentale. Proprio per questo, l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha emesso una nuova allerta arancione per la giornata odierna per rischio idraulico su gran parte del territorio emiliano-romagnolo.

Nel bolognese la criticità maggiore delle ultime ore (con riferimento alla giornata di ieri) – fa il punto la Regione in una nota – riguarda la riattivazione di una frana a San Benedetto Val di Sambro, in località Ca’ di Sotto. Il movimento franoso (si era attivato nel 1994) ha un fronte stimato di circa 700 metri. Sul posto, da mercoledì, i tecnici geologi dell’Agenzia regionale e l’esercito sono al lavoro per una ricognizione, con il supporto dei vigili del fuoco in sorvolo sulla zona. Sono state installate torri faro per poter monitorare il movimento franoso anche di notte. Sempre sotto massima attenzione anche la Val di Zena, in particolare le condizioni del Laghetto dei Castori e di via Caurinzano a Pianoro. Si sta intervenendo, nel frattempo, sul Quaderna, tra Budrio e Medicina, per una piccola rotta che sversa acqua nei campi. Spostandosi nel ferrarese, prosegue la vigilanza degli argini del Po e dei canali del Consorzio della bonifica ferrarese, ad opera dei tecnici di Aipo e dei volontari. È iniziato lo svuotamento graduale del Cavo Napoleonico e sono cominciati i lavori di ripristino a Campotto (Argenta), la zona allagata dal torrente Idice con danni ingenti ai campi. La viabilità è regolare, non ci sono evacuazioni in corso.

Restando in Emilia, precisamente nel modenese, sono stati realizzati interventi localizzati per pulire sottopassi e parcheggi e per rimuovere legname. Qualche strada risulta ancora totalmente o parzialmente chiusa.

Chiuse, nel reggiano, le principali rotte, compresa quella sul Crostolo (il punto sulla situazione nella nostra provincia a pagina 2 e 3).

In provincia di Parma c’è stata ieri una nuova rotta sul canale consortile San Carlo, a San Secondo Parmense, con acqua che sversava su campi. Le principali criticità sono risolte. Restano alcune strade con chiusure totali o parziali. Intanto, ieri, all’inaugurazione della Biennale dell’economia cooperativa a Bologna, la presidente facente funzione dell’Emilia-Romagna Irene Priolo ha detto che il Patto per il lavoro e per il clima dell’Emilia-Romagna «è un punto di riferimento importante, un luogo di sintesi in cui sviluppare non soltanto le progettualità del presente ma anche del futuro», aggiungendo che, anche a seguito dei danni provocati dal maltempo «andrà rafforzato». E sulle parole di Mattarella, che ha presenziato all’evento: «Dal messaggio del Presidente della Repubblica ho colto un richiamo al fatto che sono necessarie opere di prevenzione perché questi cambiamenti climatici sono molto significativi e non bastano più gli strumenti del passato. Sicuramente Mattarella è consapevole che sono necessari interventi straordinari».

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