Fit Village, l’allarme dei sindacati «A rischio 33 posti di lavoro»
Senza risposta la lettera inviata al sindaco: «Pronti alla mobilitazione»
Reggio Emilia Cresce la preoccupazione dei trentatré addetti, tra dipendenti e collaboratori, del Fit Village di Reggio Emilia, storica palestra e centro benessere cittadino, per le circostanze che si stanno determinando in questi mesi a seguito dell’ordinanza comunale di sgombero (emanata già nel luglio scorso) dei locali occupati dalla società che gestisce l’impianto sportivo. Ordinanza poi sospesa dal Tar almeno fino alla prossima udienza calendarizzata per il prossimo 6 novembre.
«Senza interventi celeri e concreti i lavoratori e le lavoratrici al più tardi alla data del 31 dicembre potrebbero perdere il lavoro – sottolinea Natale Scebba, Segretario della Slc Cgil reggiana –. Lo scenario infatti non è mutato e il Comune ha confermato in Consiglio comunale la volontà di voler rientrare in possesso dello stabile e di non prevedere nell’immediato un nuovo bando di assegnazione, mettendo definitivamente fine alle speranze dei lavoratori di veder salvaguardato il proprio posto di lavoro».
Visto l’evolversi in questo senso della vicenda i lavoratori riuniti in assemblea sindacale con la Slc e il Nidil Cgil hanno approvato un accorato ordine del giorno indirizzato direttamente al sindaco Marco Massari contenente tra l’altro alcune proposte. Tra queste si legge la richiesta di «indire subito il bando di concessione, dando continuità all’attività ad uso sportivo, mantenendo sia l’attività di palestra e prevedendo, successivamente, la creazione di spazi adeguati per svolgere la ginnastica artistica o altra attività considerando la generosa metratura dello stabile che permetterebbe di svolgere entrambe le attività» e ancora «creare le condizioni per privilegiare la società che assumerà i lavoratori e le lavoratrici attualmente impiegati e valutare in seguito eventuali lavori di ristrutturazione».
«Una missiva che non ha ricevuto risposta – aggiungono Natale Scebba e Marta di Berardino –. Siamo fortemente preoccupati perché lo scenario delineato significherebbe lasciare trentatrè persone e famiglie davanti al tema di come arrivare a fine mese». «Chiediamo alle istituzioni di adoperarsi affinché sia garantita la continuità dell’attività e con essa quella occupazionale – concludono i sindacalisti –. In mancanza di risposte concrete insieme ai lavoratori e alle lavoratrici avvieremo un percorso di mobilitazione».l
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