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L’intervista

Scegliere le scuole superiori: «Genitori non proiettate sui figli le vostre ambizioni»

Riccardo Mandurino
Scegliere le scuole superiori: «Genitori non proiettate sui figli le vostre ambizioni»

I consigli dello scrittore Luigi Ballerini autore del manuale che guida alla decisione, all’incontro di orientamento a Correggio con gli studenti

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Correggio Se la nostra vita in gran parte è fatta di decisioni, la prima che siamo chiamati a prendere è quella delle scuole superiori durante l’anno della terza media. Ed è stato questo il tema di cui si è discusso martedì a Correggio al Centro Sociale 25 Aprile con lo scrittore Luigi Ballerini, autore del libro “Manuale pratico per la scelta delle superiori”. L’esperto ha incontrato alcune classi degli Istituti Scolastici San Tomaso (promotori dell’evento) e delle statali Marconi. Lo abbiamo intervistato.

Ballerini, che consiglio si sente di dare agli studenti?
«Di non farsi spaventare dalla fatica e di non pensare che ci siano scuole dove si studia di più o di meno. In realtà si studia in modo diverso. I protagonisti siete voi studenti e non bisogna orientarvi, ma aiutarvi ad orientarvi. Siate seri in questi mesi delle medie per capire quali materie fanno più al caso vostro».

E ai genitori e ai professori?
«Ai genitori consiglio di accompagnare i figli guardandoli per quello che sono. Non è utile proiettare su di loro le nostre ambizioni. E non è utile nemmeno cercare un “risarcimento”. Mi spiego meglio: dire al figlio che deve per forza fare il liceo scientifico perché io (genitore) non ho avuto modo di farlo è un errore che non fa il bene del ragazzo. Non esiste la scuola giusta, è bene consigliare quella più adatta. Cercate di parlarci e di osservarli. Ai professori che redigono il Consiglio orientativo dico che deve tenere conto di tutti i fattori del ragazzo: il profitto, gli interessi… Ma la cosa più importante è che valutino per che tipo di studio ha attitudine, poiché ci sono alcuni maggiormente portati a studi applicativi, quindi più adatti a istituti professionali, e altri invece a materie più teoriche».

La scelta avviene a 13 anni. Non crede che sia presto?
«È fondamentale sapere che il ragazzo non è quello o quella che inizierà a settembre le superiori, perché è un’età di cambiamento. Questo dovrebbe farci capire che la scelta della scuola non è, e non può essere, una scelta esatta, ma è per approssimazione».

Se in prima superiore il ragazzo pensa di aver intrapreso un percorso sbagliato?
«I dubbi possono venire. Magari alle medie si era abituati a voti alti e il nuovo percorso porta a un ridimensionamento di questi. È inutile un eccessivo scoraggiamento. Non è detto che di fronte a un insuccesso scolastico l’unica causa sia aver sbagliato scuola, ma possono esserci anche tante altre vicende: la famiglia, un rapporto ostile coi compagni, le prime relazioni sentimentali. Il riorientamento durante l’anno è fondamentale».

Dalle medie alle superiori, un bel cambiamento…
«Il passaggio è delicato perché è radicale. I nuovi professori hanno richieste e un metodo di studio diverso. Io personalmente ho molto faticato all’inizio perché ero timoroso e mi spaventava la nuova avventura. Alle superiori ci sono ragazzi più grandi, come quelli di quinta, che sono già adulti, guidano e votano, mentre in prima alcuni ragazzini sembrano ancora bambini. Ma eviterei allarmismi. Sento spesso genitori dire che “è la scelta della vita che influenzerà il futuro”, ma non è così. Dobbiamo solo trovare la scuola per passare 4/5 anni della vita, dove poter imparare e crescere, ma nel frattempo fare anche altre cose. Di ragazzi che si sacrificano sull’altare della scuola ne vedo troppi: hanno anche lo sport, la musica, i film, gli amici, le prime relazioni...».
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