«A Valencia quello che è già successo in Emilia e in Toscana, ma in modo più estremo»
Andrea Giuliacci e il Dana spagnolo: «E’ cambiato è il comportamento della pioggia, che si concentra in grandi quantità in brevissimi spazi di tempo. Dobbiamo ripensare alle nostre abitudini»
«Una bacinella d’acqua e una bolla d’olio». Bastano questi due elementi per spiegare cosa è accaduto in Spagna, secondo il meteorologo Andrea Giuliacci, noto volto televisivo delle previsioni meteo.
Cos’è successo in Spagna? Si parla del Dana, e della “goccia fredda” che si isola e staziona per diverso tempo sulla stessa zona.
«Una goccia di aria fredda si è trovata a scorrere sulla superficie del mare, che in questo periodo è particolarmente calda a causa delle temperature anomale dell’estate e di questo inizio di autunno. E questo fenomeno ha portato alla formazione di nubi e temporali straordinariamente violenti e carichi di pioggia».
Può farci un esempio che spiega facilmente come si sono formati i violenti temporali in Spagna?
«Dobbiamo immaginarci una bacinella piena d’acqua e una bolla di olio sul fondo del recipiente. La bolla d’olio è l’aria calda, che essendo più leggera dell’aria fredda sale velocemente verso l’alto. Nel momento in cui l’aria calda sale verso l’alto, da terra verso il cielo, trascina con sé umidità e quindi forma nubi caricandole di pioggia. Più caldo si trova in superficie, più pesante sarà il carico di umidità trascinato verso l’alto. Quello che è accaduto in Spagna non è un fenomeno particolarmente strano, perché anche i temporali che hanno causato danni in Italia si sono verificati con questa dinamica. Quello che ha fatto la differenza, in Spagna, è la violenza delle precipitazioni e dei venti, causata proprio dal caldo del mare».
Quello che è accaduto in Spagna può succedere anche in Italia?
«In realtà è già successo. I disastri in Emilia Romagna e in Toscana sono figli della stessa situazione di Valencia. Mari caldi e perturbazioni che scorrono sulla superficie caricandosi di energia. E Valencia ha una particolare morfologia».
Può spiegarsi meglio?
«La città di Valencia è circondata da montagne. Quando arrivano venti umidi, come nei giorni dell’alluvione, questi sono costretti a “salire” lungo le pendici delle montagne, si condensano a contatto con l’aria fredda e aggiungono ulteriore umidità, andando a gonfiare le nubi. Quel territorio non è strutturato per quel tipo di fenomeni».
Quindi possiamo dire che il clima è cambiato?
«Assolutamente sì. Non è cambiata la quantità di pioggia sul lungo termine, nel senso che nell’arco degli ultimi dieci anni, parlando dell’Italia, è caduta più o meno la solita pioggia dei dieci anni precedenti. Quello che è cambiato è il comportamento della pioggia, che si concentra in grandi quantità in brevissimi spazi di tempo, lasciando poi spazio a mesi asciutti. Dobbiamo ripensare alle nostre abitudini in modo tale da resistere al cambiamento climatico». l