Il calciatore che ogni domenica parte da Madrid per giocare nella Virtus Correggio
La storia di Alessandro Guidetti, un passato anche nella Reggiana, e ora viaggia ogni week end per giocare in prima categoria nella sua città d’origine
Correggio Vive tra Madrid e Ibiza dove svolge la sua professione di operatore turistico e poi la domenica prende un volo per trascinare la Virtus Correggio alla conquista del campionato. Il pendolare di lusso in questione è Alessandro Guidetti, 31 anni, bomber con un passato anche nella Reggiana dove ha esordito il 25 marzo del 2012 contro l'Avellino (vittoria per 1 a 0) sostituendo Iraci. Era la Reggiana di Lamberto Zauli e Guidetti aveva appena 18 anni. Poi nel corso della sua carriera da dilettante ha vestito le maglie di Casalgrandese, Scandianese, Luzzara, Campagnola, Cittadella, Polinago, Modenese, Villafranca, Cavezzo e da un paio d'anni è il bomber della Virtus Correggio. «Il sogno è di portare la Virtus in Promozione. Poi... tutti a festeggiare a Ibiza».
Vola da Madrid e Correggio tutte le settimane per giocare nella Virtus?
«Capisco che è un privilegio ma per fortuna me lo posso permettere».
Come mai vive tra Madrid e Ibiza?
«Mia moglie Elda è di Madrid, ci siamo sposati e mi sono trasferito in Spagna. Risiedo a Madrid in inverno e a Ibiza in estate dove svolgo la mia attività turistica. Ho una mia agenzia che offre servizi per alberghi, barche, ristoranti, affitto di ville e tutto ciò che serve a un turista che viene in vacanza a Ibiza».
E poi il sabato o la domenica mattina prende un volo per Bologna per giocare nella Virtus?
«Ho anche un altro legame perché a Correggio c'è mio figlio Alessandro Junior che ho avuto con la precedente compagna che sta frequentando le elementari. In futuro spero possa venire con me a Madrid».
Si allena a Ibiza e gioca a Correggio?
«Sì. Devo ringraziare i compagni di squadra che hanno accettato questo compromesso. Lo avevo anticipato alla società: se ci fosse stato anche un solo compagno non d'accordo con questa mia scelta, non sarei andato alla Virtus».
Del resto... in campo fa spesso la differenza.
«Diciamo che non ho perso il vizio del gol. Mi pare che lo scorso anno sia andato in doppia cifra e quest'anno ho iniziato bene».
Nonostante la carta d'identità non più da ragazzino si tiene in forma?
«Sì, e devo dire che non mi pesa affatto. Un conto è allenarsi alle nove di sera con la nebbia e il freddo, un altro è poterlo fare alle tre del pomeriggio con 20 o 25 gradi, magari in riva al mare».
Ma quanto spende in voli aerei? «Per fortuna non ho di questi problemi e me lo posso permettere».
Dorme in albergo?
«No, da mia mamma e mia sorella a cui sono legatissimo. Continuerò a fare avanti e indietro da Madrid fino a quando a Correggio ci sarà mio figlio, poi vedremo se la passione per il calcio prenderà o meno il sopravvento».
Suo figlio Alessandro Junior gioca a calcio?
«Spero di no, perché questo è un ambiente molto strano. Cerco di invogliarlo a praticare tutti gli sport tranne il calcio».
Ha dei rimpianti da calciatore?
«Dopo la Primavera col Sassuolo ho esordito con la Reggiana in serie C grazie al mister Lamberto Zauli ma poi non ho avuto l'occasione di proseguire nei professionisti e così ho militato in tante compagini dilettantistiche».
Perché ha scelto la Virtus Correggio in Prima categoria?
«Ho trovato un gruppo di ragazzi straordinario, come non mi era mai successo. Tutto è stato più semplice e anche nei momenti difficili c'è stata tra di noi una grande unità d'intenti. Tutti aspetti positivi. No, non cambierei la Virtus con nessun'altra società. Poi il nostro progetto è di approdare in Promozione. Adesso siamo diventati competitivi ed era un obiettivo che ci eravamo dati».
C'è una controindicazione in questo suo modo di vivere il calcio?
«Sicuramente le partite rinviate all'ultimo momento, anche se il fatto che comunque a Correggio ho mio figlio, oltre a mia madre e mia sorella rende tutto più leggero e sopportabile».
Consiglierebbe a un ragazzo di andare all’estero, magari a Madrid oppure di lavorare a Ibiza?
«A tutti. Non vedo motivazioni per cui un ragazzo debba rimanere in Italia a vivere con le attuali condizioni. Una volta era da incoscienti andare all'estero, adesso lo si è a rimanere in Italia».
Essere italiano l'ha aiutata nelle relazioni per la sua attività?
«Non in modo particolare. I turisti vogliono un eccellente servizio di ospitalità. Io lavoro con tutti, italiani e non. A Ibiza, località famosa già da decenni, c'è ancora grande fermento».l © RIPRODUZIONE RISERVATA