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Lavori sul ponte di via Marx: Roncocesi e Cavazzoli in rivolta

Serena Arbizzi
Lavori sul ponte di via Marx: Roncocesi e Cavazzoli in rivolta

I residenti: «Prima di iniziare vanno individuate le alternative»

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Reggio Emilia «Il buon senso dice che prima fai la strada nuova, poi togli quella vecchia. Oppure studi con i residenti, e con tutti quelli che dovranno patire disagi, soluzioni alternative efficienti, prima di iniziare i lavori». Sono in rivolta i residenti delle frazioni di Cavazzoli e Roncocesi e i tanti cittadini che, pur non abitandovi, le frequentano per i più svariati motivi. C’è chi ha vissuto qui per anni e ritorna a trovare gli amici, o chi è costretto a spostarsi per ragioni di lavoro e vedrà allungarsi il tragitto. I residenti chiedono soluzioni che consentano di evitare il blocco di Cavazzoli, Roncocesi e Pieve, a causa dell’inizio, oggi, del cantiere per l’abbattimento del cavalcaferrovia di via Marx. Anas, infatti, nell’ambito dei lavori di prolungamento della strada statale 9 “Tangenziale Nord di Reggio Emilia” nel tratto compreso tra San Prospero Strinati e Corte Tegge, a partire da oggi avvierà le attività di allestimento cantiere e di esecuzione del nuovo sottopasso di via Marx.

Si inizierà, dunque, con la demolizione del cavalcaferrovia esistente, in sinergia tra la committente Anas spa, il Comune e Rfi spa, che gestisce la tratta ferroviaria in questione. «Quando le auto arriveranno a Cadelbosco, all’altezza della rotonda, invece di andare verso Sesso intaseranno Cavazzoli e Roncocesi – spiega un residente di Cavazzoli che per anni ha lavorato nella polizia locale, insieme ad alcuni colleghi –. Già a desso la situazione è difficile, ma con i lavori in partenza non può che peggiorare. Il traffico che arriva dalla bassa non va nella tangenziale verso sesso, ma le auto passano da Roncocesi e Cavazzoli, intasano le due frazioni e si creano file. Quello che chiediamo noi invece è di fare prima la strada nuova e solo successivamente togliere quella vecchia». Il tema dei lavori per il prolungamento della strada statale 9 era già stato oggetto di un’assemblea effervescente prima delle elezioni. «Sono scontento per tutto – dice, sconfortato, Vittorio Costi, residente di Villa Cella e proprietario di un terreno a Roncocesi –. Premetto che io sono di sinistra, ma lo avevo detto chiaramente all’allora candidato, oggi sindaco, Massari: “Di soldi ve ne danno pochi. Quei pochi che vi danno cercate di usarli bene”. A Cella stanno rompendo un marciapiede quando c’è già la strada pedonale che va fino a Calerno. Perché con questi soldi non si rifà la via che a Roncocesi conduce dal cimitero a Cella, dopo il ponte della Modolena. La stradina è strettissima, non passano due auto insieme e ci sono punti di fermata in cui una macchina si arresta, in attesa che passi l’altra. Mi sono occupato per 14 anni di segnaletica nel comune di Reggio Emilia e ho vissuto per tanti anni a Roncocesim che continuo a frequentare perché lì ho un terreno e le api». Un altro avventore del circolo Arci Rondò, Patrick Cagginelli , sottolinea: «Diventa scomodo che chiudano la strada: i lavori dureranno un bel po’. Ho vissuto a Cavazzoli per 25 anni, ora abito in via Emilia, tra la ferrovia e il Crostolo. Per venire qui, percorrerò la strada che porta al cimitero di Roncocesi: il problema è che è larga come una macchina e bisogna sempre prestare attenzione nel percorrerla». l © RIPRODUZIONE RISERVATA