Sciopero del trasporto pubblico: qui l’elenco delle corse confermate da Seta
La mobilitazione nazionale è fissata per venerdì 8 novembre per il rinnovo del contratto
Reggio Emilia Sciopero nazionale venerdì 8 novembre nel settore del trasporto pubblico, indetto dalle organizzazioni sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL e UGL AUTOFERRO. Lo sciopero coinvolgerà tutti i bacini provinciali serviti da Seta, ovvero Modena, Reggio Emilia e Piacenza, e sarà attuato senza il rispetto delle fasce di garanzia, con prevedibili disagi per gli utenti. In collaborazione con le organizzazioni sindacali, Seta ha individuato alcune corse garantite per ciascun bacino provinciale. Clicca qui per consultare l’elenco e verificare gli orari delle corse in provincia di Reggio Emilia e saranno nelle altre province interessate.
Per maggiori dettagli, Seta mette a disposizione due canali informativi: il numero telefonico 840 000 216 e il servizio WhatsApp al numero 334 2194058, ai quali gli utenti possono rivolgersi per ricevere ulteriori chiarimenti e assistenza.
Le ragioni dello scioperto
Lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico, previsto per venerdì 8 novembre 2024, è stato indetto per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per i lavoratori del settore trasporti. Le organizzazioni sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL e UGL AUTOFERRO protestano contro il mancato accordo con le associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav, che, a detta dei sindacati, hanno assunto un atteggiamento non costruttivo e dilatorio nelle trattative.
Le principali motivazioni dello sciopero includono:
- il deterioramento delle condizioni lavorative e retributive, con carenze di personale e crescenti aggressioni ai lavoratori;
- la mancanza di nuove assunzioni e figure specializzate;
- l'assenza di un adeguamento salariale in linea con l’aumento del costo della vita;
- la richiesta di migliorare la sicurezza e la conciliazione tra vita e lavoro.
I sindacati denunciano inoltre che le proposte delle associazioni datoriali mirano solo ad aumentare la produttività, ignorando la sicurezza e i diritti dei lavoratori, compromettendo così anche la qualità del servizio pubblico locale.