Negozi, nuove chiusure in centro storico, ma c’è anche chi ci crede: ecco chi sono
Stanno per abbassare le serrande alcuni storici punti vendita, ma si registrano anche novità
Reggio Emilia Chiusure, serrande abbassate e desolazione. Ormai da tempo il centro storico vive in una condizione di crisi che pare irreversibile, con tanti commercianti che di fronte al calo esponenziale di clienti nei negozi sono costretti ad arrendersi. L’ultima attività in ordine di tempo che ha detto basta è Coppola Calzature, in via Emilia San Pietro: la liquidazione è iniziata e a gennaio 2025 la serranda sarà definitivamente abbassata. C’è però anche chi, da reggiano doc e orgoglioso di esserlo, non accetta la situazione e decide di aprire un’attività in centro provando nello stesso tempo a dare un segnale di speranza. Niente pianti quindi, ma tanta voglia di mettersi in gioco sfruttando anche gli incentivi comunali. Prende così forma una doppia faccia del centro storico in cui alle tante dolorose chiusure si affiancano nuove aperture che fanno ben sperare chi ama la città.
Negozi che chiudono
Anche il volto di via Farini sta lentamente cambiando: il negozio d’abbigliamento People ha chiuso bottega e presto resterà solo un bel ricordo anche la cartoleria Rossi, un vero e proprio punto di riferimento per chi abita in centro. C’è poca voglia di parlare da parte della titolare, ma è ben percepibile l’amarezza. Sempre in via Farini va registrata l’apertura di una nuova sede della storica pasticceria Le Tre Palme, molto frequentata dai reggiani.
In via Emilia San Pietro è ormai nota la chiusura, a partire dall’anno nuovo, della Calzoleria Parmense mentre, a poche centinaia di metri, si prepara ad abbassare definitivamente le serrande anche Rebel. Si tratta di un negozio che vende vestiti per bambini aperto nel 2020 e gestito da Katia Branchetti. «Io vado in pensione e la chiusura non dipende dunque dalla crisi – ci spiega mentre sistema la merce per la liquidazione – ma credo che vada fatta una riflessione sul centro storico. Dobbiamo partire noi reggiani a collaborare, per fare in modo che la nostra città sia accogliente, senza aspettare per forza che il Comune faccia qualcosa. Abbiamo sempre avuto boutique invidiate da tutta Italia, ora non è più così. I giovani si devono dar da fare, i problemi non mancheranno ma se c’è il gioco di squadra si riesce a ottenere qualcosa». Aggiunge la collega: «Credo anche che ci vorrebbe una gestione unica di certi aspetti, a partire dall’installazione delle luminarie e dal calendario di apertura e chiusura delle attività».
Nuove aperture
In via Monzermone, che è stato per anni un punto di riferimento per lo shopping di qualità, ha aperto Cards Hub, locale di carte e cimeli sportivi. Alla guida c’è il giovane reggiano Pietro Bertuzzi: «Collezionare cimeli è sempre stata la mia passione, ad aprile avevamo inaugurato il business online ma abbiamo deciso di aprire qui per avere un punto di riferimento – precisa –. Abbiamo trovato questo posto in centro e ci siamo lanciati, siamo in affitto. Il bilancio per ora è molto positivo». Si aggiungono le voci di due clienti, Stefano ed Ebe: «Veniamo da un piccolo paesino vicino a Matera dove il commercio in centro storico è l’unica fonte di reddito – dicono–. Siamo a Reggio da poco ma pensiamo si potrebbe fare di più, a partire dagli eventi».
Poco distante, in via Emilia Santo Stefano, ecco Bicibox: si vendono biciclette e materiale ciclistico e a gestire l’attività è Attilio Albicini insieme alla moglie e... al cane Google: «Noi gestiamo da tempo il deposito bici in zona stazione e ora abbiamo accettato questa nuova sfida – racconta Attilio – che rientra nel discorso della mobilità sostenibile. Paradossalmente, per noi la Ztl non è un problema perché così si usa di più la bici. Qui si lamentano tutti ma bisogna darsi da fare: certo, i problemi ci sono ma con le idee buone e il coraggio tutto è possibile. L’artigianato in centro, per esempio, è completamente sparito».
Vestiti e cibo di qualità
L’isolato San Rocco è indubbiamente una delle zone più delicate non solo del centro. Sotto i portici, il ventisettenne Andrea Masoni ha però scelto di aprire il suo “Elements”, esercizio che vende principalmente scarpe e abbigliamento maschile: «Ho aperto da sei mesi – racconta –. Volevamo portare la nostra idea di abbigliamento. Per ora non ho riscontrato problemi e non mi lamento, gli affari vanno bene dunque ho di che sorridere». Non mancano i consigli: «Forse chi è in sofferenza, dovrebbe reinventarsi e trovare qualcosa di originale e diverso. Per rilanciare il centro storico, a livello generale, si deve partire da un abbassamento di prezzi. Sono troppo alti».
Il bio è servito
In via San Carlo ha inaugurato da qualche mese il Forno Stria, gestito da Lorella Braglia ed Elisa Tribuzio: «Facciamo cibo biologico dando un’alternativa ai clienti – spiega Braglia –. Avere la nostra bakery qui è un segnale di quanto crediamo nel centro. Siamo reggiani, cerchiamo di cambiare le cose che non vanno bene per la nostra città, provando a invertire la tendenza di queste chiusure continue».l