Aipo: «Imprudente dire che sono state le tane a far crollare gli argini»
Cadelbosco: la replica dopo l’intervento alla Gazzetta di Reggio del professor Orlandini. «Il sormonto degli argini è la causa più probabile»
Cadelbosco Sopra Il problema delle tane è concreto, ma non ci sono certezze che queste abbiano provocato la rottura degli argini il 20 ottobre. Invece, tutto lascia pensare che la causa principale sia stata il sormonto dell’argine da parte delle acque.
L’Agenzia Interregionale per il fiume Po (Aipo) replica all’intervista del professore Stefano Orlandini, apparsa ieri sulla Gazzetta di Reggio. Il docente, che venerdì sera sarà alle 20.30 a Palazzo Greppi a Santa Vittoria di Gualtieri, si è detto certo al 100% del fatto che le tane di tassi e istrici siano la causa del cedimento. Convinzione maturata dai suoi studi precedenti e, in questo caso, dall’osservazione delle foto della rotta di Cadelbosco Sotto.
Aipo, però, non concorda affatto con questa affermazione. Il direttore Gianluca Zanichelli ieri ha inviato una nota. «In merito alle affermazioni che stanno circolando sulle cause della rotta del Crostolo, riteniamo che occorra maggiore prudenza nel sostenere che siano da attribuire con certezza alla presenza di tane, peraltro senza aver effettuato analisi specifiche».
La tesi del direttore di Aipo, anch’egli ingegnere idraulico come il docente, è un’altra. «I dati dei livelli di piena riscontrati, assolutamente eccezionali, e le evidenze visive indicano il sormonto (superamento) dell’argine da parte delle acque del Crostolo in diversi punti» e questo avrebbe causato «il conseguente collasso di un tratto del rilevato arginale».
Per evidenze visive si intendono «i rami trasportati dalla corrente e depositati sulle sommità arginali rimaste indenni, o le numerose erosioni sommitali da sormonto, ripristinate ma tuttora evidenti su molti paramenti arginali a campagna di Crostolo e affluenti».
Per Aipo «sarebbe piuttosto strano un fenomeno di plurime e contemporanee brecce arginali causate sempre e solo da tane di animali fossori», dal momento che sono crollati anche gli argini del Cavo Cava e del Canalazzo Tassone.
«Dopo queste precisazioni, ci teniamo però altrettanto a sottolineare come il problema delle tane sia grave e in quanto Autorità idraulica siamo i primi ad esserne danneggiati e preoccupati, tanto che, oltre alle verifiche da parte del nostro personale, chiediamo, dove possibile, la collaborazione dei volontari della protezione civile per un controllo più capillare, come già avviene nel modenese. Inoltre, stiamo cercando di portare avanti studi che ci permettano di individuare le cavità create dagli animali fossori tramite l'uso di sistemi tecnologici innovativi. È indispensabile che gli enti competenti nella gestione della fauna selvatica intervengano con determinazione per affrontare questo problema, del resto non semplice perché alcune specie particolarmente invasive, come tassi e istrici, sono protette a livello nazionale ed europeo».