Sesena della Cgil Reggio Emilia: «Tutti in piazza il 25 novembre»
Il segretario provinciale invita tutti i reggiani ad unirsi alla manifestazione
Reggio Emilia Non sarà una giornata come le altre. Quella del 25 novembre non deve essere una giornata come le altre. Bisognerà partecipare e andare in piazza Prampolini alle 18 all’iniziativa promossa da Cgil, Spazio Donna, Nondasola, Non Una di Meno e Collettivo Matilde. Mi rivolgo soprattutto ai cittadini reggiani, agli uomini reggiani di tutte le età. Le donne hanno già parlato. Si sono già espresse. Che devono dire di più? Ora tocca a noi. Il patriarcato siamo noi.
Noi che non torceremmo mai un capello ad una donna ma che ancora sorvoliamo sul linguaggio sessista, sulle battute gravi solo apparentemente innocue, noi che facciamo carriera perché tanto alla “economia domestica” pensa qualcun altro. Al netto delle sciocchezze che questo Governo propaga, da Valditara a Meloni, senza tralasciare però le pervicaci categorie del non pensiero che imperano: “se l'è andata a cercare”, “è sempre stato un bravo ragazzo”, il problema del mancato rispetto della donna è radicato in ogni nostra fibra maschile. E chi tace o sorvola si rende implicitamente complice di un brodo di cultura tossico che fa crescere violenza psicologica e fisica.
Esiste poi un tema molto politico e trasversale che travalica le coscienze individuali e volge lo sguardo alla dimensione collettiva. La destra italiana vuole azzerare decenni di conquiste sociali a partire proprio da quelle delle donne. Attraverso il controllo del loro corpo, mettendo in discussione il diritto alla maternità libera e consapevole, svalorizzando le donne che non sono madri, relegandole ad angeli del focolare 2.0, si compie una scelta politica nel solco dell'autoritarismo, si veicola un modello preciso di società che ha nella umiliazione delle donne un suo elemento costitutivo.
Da questa impostazione errata derivano conseguenze gravi che hanno risvolti anche lavorativi e, di conseguenza, sindacali.
Le donne reggiane guadagnano meno, le donne reggiane vengono costrette a scegliere tra un figlio (o sempre più spesso un anziano da accudire) e la carriera. Le donne reggiane vivono il ricatto del part time involontario e spesso accedono alle briciole del mercato del lavoro.
La Cgil di Reggio intende combattere questo schema e lo fa ogni giorno nei luoghi di lavoro, contrattando condizioni meno discriminatorie e nella società, rivendicando welfare e tutele, ma anche al suo interno per educare tutti a partire dai suoi uomini al rispetto della diversità.
La Cgil chiama gli uomini alla piazza, assieme alle donne, facendo un passo indietro e uno di fianco, perché la cura del nostro destino non ha genere ma è anche una questione di genere.