Zona stazione, il 50% di chi ci ha abita non ha una posizione Tari
La stima della Coop L’Ovile sul problema rifiuti. Dai controlli sanzioni per 7mila euro. Ma secondo l’assessore Prandi: «Una cifra irrisoria che non recupereremo mai»
Reggio Emilia Ammonta ad appena 7.000 euro il totale delle multe fatte sull’intero territorio del Comune ai “furbetti” dei rifiuti, che li abbandonano o non li conferiscono in modo corretto. Una cifra irrisoria «che peraltro non recupereremo mai», dice l’assessore comunale Davide Prandi. L’esponente della Giunta Massari con deleghe a Cura della città e Gestione dei rifiuti, è intervenuto nei giorni scorsi con la collega Annalisa Rabitti nella tavola rotonda promossa al centro congressi Simonazzi di via Turri dalle realtà sociali che operano nel tormentato quartiere della stazione storica.
Si tratta in particolare della “rete” formata dalle coop sociali Ovile, Centro di solidarietà (Ceis), la Vigna e Progetto crescere, che insieme all’Ausl e ad alcuni residenti hanno siglato quattro anni fa una convenzione con l’amministrazione per risollevare il quartiere stazione da degrado e illegalità. Qui, dove il problema dell’abbandono indiscriminato del pattume è parte integrante della percezione di insicurezza, esiste poi secondo Prandi un ulteriore fenomeno. «Gli sforzi sulla raccolta dei rifiuti fatti in questa zona – dice l’assessore – inducono alcune persone di altre parti della città a scaricare i loro qua. Ma di certo non possiamo diminuire le frequenze della raccolta». Il tema s’interseca infine con quello dei contratti d'affitto, non sempre regolari, da cui dipende la quantificazione della Tari.
Una stima della coop l’Ovile, illustrata da Fulvio Bucci, ipotizza che in via Turri e limitrofe il 50% dei residenti non abbia una posizione aperta per la tassa dei rifiuti. «Insisteremo con le fototrappole, i controlli di Iren e le associazioni per i controlli – continua Prandi – e con tutti gli strumenti di buon senso per dare l’idea che chi segue le regole può insegnare agli altri». Una filosofia che la “rete” sociale abbraccia già da tempo, avvalendosi della collaborazione delle cosiddette “sentinelle di comunità”, cioè figure come i piccoli commercianti della zona (il fornaio o il titolare dell'ortofrutta) utili a creare relazioni e a segnalare criticità. Infine, sottolinea Prandi, «va cambiata la narrazione: io penso che la stazione e Santa Croce siano le nostre zone di “gentrificazione” e riscatto, dove nascono i nuovi reggiani e da vedere come luoghi di opportunità e sperimentazione per disegnare il futuro della città». Anche per questo, la zona stazione sarà coinvolta nel festival europeo di architettura “Placemaking Week”, ospitato a Reggio nel settembre del 2025. Nell'incontro si è infine discusso dei servizi da inserire nella futura casa della comunità di via Emilia Ospizio. l © RIPRODUZIONE RISERVATA