Aldo Gianolio pubblica il libro sul jazzista John Coltrane
Reggio Emilia: insieme a Piercarlo Poggio
Reggio Emilia La letteratura su John Coltrane, uno dei più grandi jazzisti della storia, è ampia ed esaustiva, però non sono molti i libri scritti su di lui da autori italiani. Se ne possono ricordare un paio, “John Coltrane - Un sax sulle vette e negli abissi dell’io” (Stampa alternativa, 1998) di Marcello Piras e “John Coltrane” (Editori Riuniti, 2002) di Roberto Valentino, ma c’è poco altro di significativo (più numerosi sono quelli tradotti dagli originali in lingua inglese, fra cui le opere importanti di Lewis Porter - “Blue Train” -, Eric Nisenson – “Ascension” - e Ashley Kahn - “A Love Supreme”). Ora il reggiano Aldo Gianolio, unendo le forze con il torinese espatriato in Svizzera Piercarlo Poggio, ha pubblicato per la casa editrice Tuttle, legata alla rivista musicale BlowUp, “John Coltrane - Tranesonic o il riflesso dell’universo”, centoventotto pagine divise in nove capitoli più un’appendice, oltre a discografia, filmografia e bibliografia. Curiosamente funge da introduzione un ironico, parodistico, ma veritiero racconto sul sassofonista afro-americano intitolato “Volli, fortissimamente volli”, tratto dal libro “Il trombonista innamorato” (Robin, 2019) scritto dallo stesso Gianolio.
Dall’umoristico si passa immantinente al serio, addirittura alla meticolosità musicologica con tanto di puntuali ed efficaci esempi con le trascrizioni degli assoli e dei passaggi armonici a cura di Paolo Gianolio, fratello di Aldo. Le cinque parti scritte da Poggio sono inedite, mentre quelle di Gianolio, tranne “Ode a Dio” dedicata al disco capolavoro “A Love Supreme”, sono già state pubblicate in passato, ma rivedute, integrate e ampliate: tre apparse sulla rivista specializzata Musica Jazz e una, l’appendice “Coltrane e l’India”, un accurato studio sulla influenza che ha avuto la musica indiana su Coltrane negli ultimi anni di vita, apparsa nei Quaderni di Vicenza Jazz del maggio 2012.
Gianolio e Poggio hanno impostazioni differenti, ma ugualmente puntuali e approfondite, integrandosi e completandosi a vicenda con organici rimandi interni, in perfetta complementarietà, che diventa uno dei motivi della buona riuscita dell’opera. Questa arriva a trattare tutti i risvolti storici, musicali, filosofici e politico-sociali inerenti alla complessa figura di John Coltrane, partendo dal proficuo tirocinio sotto l’egida di Miles Davis e Thelonious Monk, proseguendo con i primi passi come leader di avvincenti gruppi hard bop e la rapida evoluzione stilistica che lo porta in pochi anni a diventare uno dei più sconvolgenti e appassionanti sperimentatori di una ricerca destinata a finire all’improvviso nel 1967, con una morte prematura a quarant’anni. Attraverso una scrittura fluida, coerente e, nonostante i numerosi tecnicismi e le necessarie pignolerie, accattivante, vengono analizzati i dischi più importanti, da “Soultrane” a “Giant Steps”, da “A Love Supreme” ad “Ascension” e “Meditations”, mantenendo un giusto equilibrio fra il primo Coltrane hard bopper e quello tardo free jazzman, ma anche facendo un meritorio ordine, attraverso un resoconto rigoroso e puntuale, fra gli innumerevoli inediti pubblicati postumi (soprattutto registrati dal vivo), fino ad arrivare alla recente ultima uscita, l’eccezionale live di “Evenings At Village Gate With Eric Dolphy” (Impulse!).
In questo contesto è da rilevare la ripubblicazione, dopo quarantasei anni, dell’importante saggio su “Ascension”, originariamente apparso su Musica Jazz nel marzo 1978, dove Aldo Gianolio per la prima volta in assoluto (a parte uno sparuto tentativo del 1975 di Ekkehard Jost nel libro “Free jazz”) svela compiutamente le leggi, le strutture e gli schemi prefissati che sovraintendono l’esecuzione di quella che è stata, a dirla con il critico Frank Tenot, “una delle più pazzesche orge sonore del secolo”, fino ad allora considerata erroneamente frutto della più pura e sregolata libertà improvvisativa.
Questo capitolo e gli altri nove altrettanto esplicativi evidenziano la maestosa figura d’artista di John Coltrane, scolpita a tutto tondo nella sua supremazia e grandezza innovativa.l © RIPRODUZIONE RISERVATA