La sorella del macchinista travolto: «Era prudente ed espertissimo Non ci spieghiamo come sia potuto accadere»
Guglielmo Maiello mancavano tre anni alla pensione. Lascia la moglie e due figlie
Rubiera «Non ci spieghiamo l’accaduto. Di certo Guglielmo era pieno di voglia di vivere e di indole prudente, anzi fin troppo puntiglioso e preciso. Ci diceva sempre: “State attenti nelle stazioni, voi non sapete...”». Ha la voce rotta dal pianto Antonietta, sorella di Guglielmo Maiello, 57 anni, che ha perso la vita in uno scalo che aveva frequentato migliaia di volte. Gli mancavano tre anni per andare in pensione, che sarebbero stati pochi mesi se non fossero subentrate le nuove normative. Un macchinista esperto, Guglielmo, espertissimo. «Ha iniziato a lavorare a soli 18 anni, quando è entrato nel Genio ferrovieri fin dall’inizio come macchinista, lasciando la sua città e girando l’Italia per lavoro – racconta la sorella – Proprio in quel periodo, da giovanissimo, ha conosciuto in Veneto la sua futura moglie, Monica Faggion. I due si sono innamorati e hanno esso radici nel Piacentino». Guglielmo abitava da decenni a Pontenure, un piccolo centro sulla via Emilia alle porte di Piacenza, insieme alla moglie e alle due figlie ormai grandi, Luisa di 28 anni e Giulia di 23 anni.
«Era una persona meravigliosa, un padre splendido, creativo e altruista. In casa faceva di tutto, dai piccoli lavoretti al bricolage. Gli piaceva andare a raccogliere funghi, era un appassionato di informatica e amava la lettura – prosegue la sorella – Una persona più serena e allegra di lui non c’era. Non è giusto uscire per andare al lavoro e non tornare più». Il 57enne era anche un abitudinario, che avvertiva dell’orario in cui sarebbe tornato a casa degli orari in base ai turni. Perciò quella terribile sera la moglie, impensierita dal ritardo, gli ha telefonato più volte. «Il cellulare squillava a vuoto. Ci ha informato un cugino: anche lui lavora nelle ferrovie e appena ha saputo si è precipitato a casa. Più tardi, verso l’una, è arrivata la polizia». In piena notte i parenti sono partiti alla volta di Piacenza. «Nessuna autorità ci ha dato notizie sulla dinamica: vogliamo sapere cos’è accaduto. Non abbiamo avuto modo di parlare con il collega testimone oculare; lui diceva che il collega storico non c’era più e che spesso cambiava il compagno di turno». Quello che la sorella tiene a ribadire è che «Guglielmo non era affatto sbadato. Era un uomo buono». © RIPRODUZIONE RISERVATA