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La classifica del Sole 24 Ore

Qualità della vita: Reggio Emilia perde 12 posti e in un anno scivola al 28esimo posto

Qualità della vita: Reggio Emilia perde 12 posti e in un anno scivola al 28esimo posto

Scendono in picchiata libera gli indicatori “affari e lavoro” e “cultura e tempo libero”, ma anche il clima ci penalizza

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Reggio Emilia La sensazione che si viva peggio di una volta è diffusa tra i cittadini. Il Sole 24 Ore ne dà conferma nella classifica che il quotidiano pubblica dal 1990 alla fine di ogni anno. Nell'ultima edizione Reggio Emilia precipita al 28esimo posto fra le 107 province italiane, scendendo di 12 gradini rispetto al 2023, quando era 16esima e aveva perso tre posizioni dal 2022. Sono lontani i tempi in cui era nella top ten, guadagnando anche una medaglia d'oro e due di bronzo. Ora ci si deve accontentare di rimanere nella parte alta della graduatoria, calcolata secondo parametri che possono essere discutibili e forniscono risultati diversi da quelli scelti ad esempio da Italia Oggi, ma sono comunque significativi di una tendenza addirittura disastrosa se si considerano gli affari ed il lavoro. La caduta è rovinosa in tale ambito, in cui avevamo ricevuto ben quattro medaglie d'oro, quattro d'argento e due di bronzo. In un anno abbiamo perso ben 52 posizioni, scendendo alla 69esima. Gli indicatori presi in considerazione sono in tutto novanta, quindici per ciascuna delle sei classifiche parziali.

Su e giù Reggio Emilia è al primo posto solamente per quanto concerne l'ecosistema urbano, in cui le sono attribuiti 81 punti relativi a 18 fattori ambientali, rispetto ad una media nazionale di 56 punti. È invece fanalino di coda per il tasso di motorizzazione, avendo 88 automobili immatricolate ogni cento abitanti, contro una media italiana di 67. Ci penalizza fortemente anche il clima. Siamo al 65esimo posto per il soleggiamento, con appena 7,6 ore al giorno. L'estate, però, è rovente. Le frequenti ondate di calore ci collocano alla 93esima posizione. Fra il 2011 e il 2021, infatti, la pianura reggiana ne ha contate mediamente 22 in cui la temperatura ha raggiunto almeno i 30 gradi per tre giorni consecutivi. Siamo colpiti, inoltre, dagli eventi estremi. Il nostro 59esimo posto è dovuto ai 21 giorni con una pioggia pari o superiore a 40 millimetri. Cassa integrazione Fra le sei graduatorie parziali l'arretramento impressionante di quella relativa ad affari e lavoro è documentato, fra l'altro, dall'aumento della cassa integrazione guadagni. Sono state autorizzate mediamente 130 ore per impresa, che collocano la nostra provincia al 96esimo posto. Ciononostante abbiamo continuato a ad avere un numero altissimo di infortuni mortali o con inabilità permanente, 12,10 ogni 10mila occupati, contro una media italiana di 11,24. Quindi in questo indicatore siamo confinati al 65esimo posto. Cultura e consumi Reggio Emilia non ha mai brillato nella classifica parziale riguardante la cultura e il tempo libero. Ora si trova a calare di altri18 scalini, scendendo al 71esimo. È più preoccupante la perdita di 14 posizioni nella graduatoria della ricchezza e dei consumi, benché rimaniamo attestati al ventesimo posto. Servizi Si verificano invece avanzamenti nelle altre tre classifiche. In quella di ambiente e servizi, dove abbiamo in archivio una medaglia d'oro, guadagniamo 14 gradini, arrivando al 32esimo. Ne saliamo due, fino al 13esimo, nel quadro della demografia e della società, tre in quello della giustizia, salendo alla 32esima posizione.

Un indicatore importante è quello che misura la qualità della vita delle persone vulnerabili. La nostra provincia è 49esima per quanto concerne i bambini, 22esima per i giovani e 30esima per gli anziani. Sul podio Quest'anno la classifica generale è guidata da Bergamo, che si è segnalata in particolare per l'accoglienza ospedaliera. È inoltre al terzo posto nella categoria “ambiente e servizi”. Sul podio sono anche Trento e Bolzano, due città che si sono meritate in passato diverse altre medaglie. La qualità della vita si è mediamente abbassata nelle grandi città per l’aumento del costo della vita e delle disuguaglianze di reddito. Milano ha perso quattro posizioni, Firenze trenta e Roma 24. Il Meridione è sempre in coda, ma ha registrato una crescita economica superiore non solo agli scorsi anni, ma anche a quella riscontrata nelle regioni del Nord e del Centro. l © RIPRODUZIONE RISERVATA