Gazzetta di Reggio

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Il lutto

Addio a Gabriele Torreggiani cuore del calcio dilettantistico

Wainer Magnani
Addio a Gabriele Torreggiani cuore del calcio dilettantistico

Il Torre aveva 75 anni: è stato uno dei personaggi più estrosi e amati del calcio provinciale degli ultimi 40 anni

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Brescello Il mondo del calcio dilettantistico piange la morte di Gabriele Torreggiani, 75 anni, meglio conosciuto come il “Torre”. È stato uno dei personaggi più estrosi e amati del calcio provinciale degli ultimi 40 anni, durante i quali si è fatto conoscere per le sue qualità di allenatore e di uomo. Un amico per tutti i giocatori che ha allenato, per i dirigenti con cui si è rapportato, ma soprattutto per chi frequentava i campi di calcio della provincia. Il “Torre” era il simbolo di chi, con tenacia e cuore, aveva dato impulso alla sua passione per il calcio. In panchina, come nella vita, metteva quella sua esuberanza che traspariva dai gesti, dalle urla d’incitamento, dai suoi sorrisi e da quegli abbracci forti e sinceri. Gabriele ha insegnato che nel calcio si può vincere con la tecnica, la tattica e molte altre strategie, ma si può primeggiare anche con il lavoro, il sacrificio, le privazioni e l’entusiasmo. Il “Torre” lascerà un ricordo indelebile in chi l'ha conosciuto su un campo da calcio, anche da avversario. Era una persona leale, che amava la buona compagnia, stare con i giovani, discutere, ma soprattutto mettersi in gioco.

È stato giocatore della Cadelboschese, definito da molti come un “Jair da Costa”. Un’ala destra veloce e grintosa, che giocava le sue chance con generosità. Tuttavia, il suo capolavoro lo ha realizzato da allenatore, quando è riuscito a riunire le due anime della Cadelbosco calcistica in un’unica società. Partendo dalla Terza con il Cadelbosco di Sotto, grazie alla sua tenacia e all’affetto della gente, è riuscito a portare la squadra in Promozione. Soprattutto, aveva restituito al paese una società unica, solida e rispettata. Anche nell’esperienza al Brescello aveva saputo portare grande entusiasmo. Per anni è stato gestore del ristorante che porta il suo nome a Coenzo. A volte non è riuscito nell’impresa calcistica che si era prefissato, ma ci ha sempre messo amore, umiltà e tenacia. Valori che gli sono sempre stati riconosciuti sia dagli addetti ai lavori che dagli sportivi o da chi lo conosceva in altre vesti. Il suo carattere sanguigno lo ha forgiato, ma a caratterizzare la figura di Gabriele Torreggiani era la sua immensa generosità. Un uomo dal cuore grande e buono, anche se a volte le sue esternazioni erano sopra le righe. Tuttavia, queste facevano parte più del suo personaggio che del suo animo. Trattava i suoi giocatori come figli e con loro riusciva a instaurare un rapporto talmente schietto e onesto che diventava il loro amico, il loro confidente. Al “Torre” si perdonava tutto, anche gli eccessi, perché sapeva farsi volere bene. Lo testimoniano anche i tanti messaggi di cordoglio che la moglie Cristina ha ricevuto in queste ore. Torreggiani lascia la moglie Cristina, il figlio Gabriele e le adorate nipoti Neisa e Aida. Il funerale si svolgerà giovedì 19 dicembre alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Brescello, per poi proseguire verso il cimitero. Oggi sarà possibile porgere l’ultimo saluto nella sala del commiato dell’ospedale di Guastalla. Questa sera, alle 20.30, nella chiesa di Brescello si terrà il rosario. l © RIPRODUZIONE RISERVATA