Gazzetta di Reggio

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La località turistica

Ventasso Laghi: un sogno che dura da cinquant’anni

Elisa Pederzoli
Ventasso Laghi: un sogno che dura da cinquant’anni

Alcune famiglie del Crinale hanno trasformato questo angolo di Appennino in un luogo turistico

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È un sogno che ha da poco compiuto 50 anni quello degli impianti di Ventasso Laghi. Nato dallo sguardo lungo di alcune famiglie del Crinale che hanno creduto di poter trasformare questo angolo di Appennino in un luogo di ricezione turistica, quando sembrava qualcosa di inimmaginabile. Mezzo secolo dopo, a trainare sono ancora le stesse famiglie convinte delle potenzialità dell’Appennino e della sua bellezza. In questi giorni, poi, con la neve lo spettacolo intorno è una incantevole conferma.

La storia

La stazione sciistica di Ventasso parte esattamente nel 1970. «Un imprenditore originario di Ramiseto, emigrato a Genova, fondò una società con l’obiettivo di costruire il Villaggio Ventasso Turistico. Si trattava di Illio Biggi. La società si occupò sia della realizzazione del villaggio sia degli impianti sciistici situati nelle immediate vicinanze, il tutto ovviamente in collaborazione con il Comune. L’idea era di offrire un servizio turistico completo, combinando la presenza del Lago Calamone con le piste da sci. Gli appartamenti costruiti furono pensati per essere sfruttati tutto l’anno: inizialmente circa 150 unità, oggi superano le 300» spiega Claudio Malpeli, direttore della stazione sciistica.

Protagoniste di questa storia furono alcune famiglie della zona, che scommisero su questo progetto. «La famiglia Dughetti, con i fratelli Anacleto e Franco, aprì la Locanda Calamone – racconta – Chi ci ha creduto sono state la nostra famiglia, Malpeli, la famiglia Nizzi. All’inizio in montagna non tutti credevano che questo progetto avrebbe potuto concretizzarsi». Invece, iniziarono quelli che tutti chiamano gli anni d’oro. «Gli anni Settanta e Ottanta sono andati molto bene, anche grazie alle abbondanti nevicate e all’arrivo di tanti turisti» conferma Malpeli. Poi, con gli anni Novanta le cose sono cambiate, fino alle più recenti difficoltà dovute alla scarsità della neve, per non parlare della crisi legata alla pandemia da Covid. «Negli ultimi 5 o 6 anni, grazie all’impegno dell’imprenditore locale Massimo Riccò, la stazione sciistica però ha continuato a operare. Anche in periodi particolarmente complicati, come l’ultima stagione invernale in cui le piste sono rimaste aperte solo per 15 giorni, si è riusciti a mantenere viva l’attività – racconta Malpeli –. Ogni anno comporta sfide significative, soprattutto in termini economici, ma la convinzione che investire in questo luogo valga la pena ha sempre prevalso. Pur con grandi sacrifici per coprire le spese, la passione per questa realtà e la speranza di un futuro migliore spingono tutti a continuare».

Anche perché Ventasso Laghi non punta solo al turismo invernale e ha ragione di farlo. Il lago rappresenta una formidabile opportunità, specialmente nel resto dell’anno. E attira da sempre numerosi turisti.

Il futuro

«Fortunatamente, dopo il periodo del Covid, abbiamo registrato un significativo aumento delle presenze turistiche durante tutto l’anno, indipendentemente dalla neve. La montagna è stata riscoperta e questo rappresenta un vantaggio non trascurabile – conferma –. La zona offre due splendidi campeggi che attraggono visitatori per tutto l’arco dell’anno, tra cui molti stranieri. Grazie a queste strutture e agli alloggi disponibili, riusciamo ad accogliere un numero consistente di persone. Inoltre, un aspetto a cui tengo particolarmente è la valorizzazione della razza autoctona del Cavallo del Ventasso. Grazie a questa peculiarità, qui vicino abbiamo attualmente un ranch, “Ranch Balla coi Lupi”, che ha creduto nel progetto investendo in una struttura ben organizzata e operativa tutto l’anno. Il ranch, oltre a un ottimo ristorante, offre la possibilità di esplorare la montagna a cavallo, un’attività che attira tantissime persone provenienti da diverse parti d’Italia».

E si guarda al futuro senza paura, ma con tante idee. «Stiamo lavorando ad alcune alternative. Come l’uso degli impianti di risalita per la discesa con biciclette per il downhill. Così come a un progetto per la realizzazione di una pista in neve artificiale ecologica composta da materiale plastico riciclabile. Questa infrastruttura, utilizzabile tutto l’anno, riprodurrebbe le stesse caratteristiche della neve naturale, consentendo sia l’avviamento allo sci che l’allenamento sportivo». A Ventasso Laghi come 50 anni fa si continua a guardare avanti e a sognare, in grande.