Brescello, è stata fatta brillare la bomba del 1944
L’esplosione è stata udita a chilometri di distanza. La bomba era stata sganciata da bombardieri americani
Brescello Un forte boato, udito a chilometri di distanza e accompagnato da una nuvola di fumo che si è alzata nel cielo, ha segnato ieri alle 13.55 la conclusione delle operazioni di messa in sicurezza dell’ordigno bellico di straordinaria potenza ritrovato vicino al Po, al confine tra Brescello e Viadana.
L’esplosione si è sentita in diversi comuni della Bassa,
La bomba, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, era probabilmente stata sganciata nel luglio del 1944 durante l’operazione “Mallory Major” da bombardieri americani B-17 o B-24, con l’obiettivo di distruggere ponti e ferrovie.
«Finalmente, dopo giorni, i cittadini e le aziende sgomberate possono tornare alla normalità facendo rientro nelle proprie abitazioni», ha dichiarato il sindaco di Brescello, Carlo Fiumicino.
L’operazione ha visto l’impegno congiunto di Vigili del Fuoco, Croce Rossa e del Genio Pontieri dell’Esercito, che hanno allestito una base operativa nei pressi di via Al Ponte a Viadana.
Le attività si sono svolte secondo i piani, nonostante la difficoltà di evacuare circa 1.700 persone tra la zona di San Martino e la periferia di Viadana, dove tuttavia la popolazione si è mostrata collaborativa.
In via Roma, al confine con la cosiddetta “zona gialla”, alcuni negozi e imprese artigianali erano persino rimasti aperti.
L’ordigno, sebbene rinvenuto nella golena del Po in territorio reggiano, era più vicino a Viadana, dove ieri mattina, nella sala consiliare del municipio, si è tenuta una riunione operativa presieduta dal prefetto di Mantova, Roberto Bolognesi, e dal colonnello Daniele Paradiso, comandante del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza.
Parallelamente, sull’altra sponda del fiume, a Brescello, si è svolto un incontro analogo presso il Centro Coordinamento Soccorsi, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Carlo Fiumicino e la prefetta Maria Rita Cocciufa.
Non sono mancati episodi singolari: un pensionato residente nella “zona rossa” ha ammesso di aver ignorato l’ordinanza di evacuazione fino al mattino stesso dell’intervento. «Sono andato via solo stamattina – ha raccontato – Aspetto che scoppi la bomba, poi torno a casa mia».
Ieri girava voce che se non ci fosse stata la possibilità di far brillare la bomba, tutta l’operazione avrebbe potuto essere rinviata al 29 dicembre. Per fortuna così non è stato. Per accogliere gli sfollati era stato predisposto, già dal 17 dicembre, il “Palafarina” di via Vanoni, utilizzato però solo da poche persone come rifugio notturno. Ieri, durante le ultime fasi di evacuazione, alcune famiglie di origine straniera e un uomo con due cani hanno utilizzato la struttura temporaneamente.
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