Gazzetta di Reggio

Reggio

La sanità

Ausl, la dg Marchesi va in pensione: i nomi dei possibili successori

Massimo Sesena
Ausl, la dg Marchesi va in pensione: i nomi dei possibili successori

Reggio Emilia: Già dopo Natale il nuovo responsabile della sanità regionale Massimo Fabi dovrà scegliere il successore

6 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia La giunta regionale guidata da Michele De Pascale ha soltanto pochi giorni di vita, ma c’è una agenda – tra quelle degli assessori scelti dall’ex sindaco di Ravenna – che è già piena di scadenze decisive per il futuro dell’Emilia Romagna. È quella del nuovo assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi.

Già da dopo Natale il nuovo assessore dovrà infatti rinnovare gli incarichi dirigenziali delle aziende sanitarie. Un giro di poltrone – con annesso effetto domino – reso inevitabile anche soltanto per il fatto che una delle poltrone da riempire è proprio quella di Fabi, chiamato a guidare l’assessorato più importante di tutta la giunta quando era direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma.

Le prime scelte

Toccherà a lui scegliere il suo successore alla guida della sanità parmense. In realtà la sua scelta su Parma potrebbe essere addirittura doppia, dal momento che lo stesso Fabi ha ricoperto – fino a pochi giorni fa – un doppio incarico: quello di direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma e quello di commissario ad acta dell’Azienda Usl della stessa città.

E questo perché tra gli obiettivi di mandato vi era quello della unificazione tra le due aziende (come è stato per Ausl di Reggio e Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova e come avrebbe dovuto essere per la sanità ferrarese, ma anche in questo caso nulla è stato ancora definito) ma finora della fusione non s’è fatto nulla, si dice per il veto posto dal rettore dell’Università di Parma.

Difficile dire se da un’altra posizione Fabi saprà essere più persuasivo rispetto a questo progetto, oppure se proprio in questa nuova veste deciderà di riporlo nel cassetto.

Di certo, il nuovo assessore regionale giocherà comunque in casa. Di più: a differenza della maggioranza dei suoi colleghi manager della sanità pubblica, il neo assessore scelto da De Pascale ha svolto tutta la sua carriera di manager della sanità proprio nella città ducale. C’è chi dice che questo possa essere l’unico limite della figura di Fabi, a cui tutti riconoscono grandi capacità e assoluta conoscenza della “macchina”. Semmai, un elemento che andrà chiarito già dalle prime mosse del nuovo assessore riguarda proprio l’etichetta di tecnico che lo accompagna.

Ci vuole... intesa

Chi segue da anni queste dinamiche e chi ha seguito, in particolare, le vicende nelle giunte guidate da Stefano Bonaccini, non può far a meno di ricordare come in più di una occasione il livello politico (rappresentato dallo stesso Bonaccini) si sia in qualche modo scontrato con quello tecnico, almeno fino a quando nel ruolo di assessore regionale alla sanità c’era Sergio Venturi.

L’esempio più eclatante riguarda proprio la nostra provincia con la grande polemica che si era accesa attorno alla chiusura dei punti nascita e in particolare di quello all’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti: in pochi mesi, con in mezzo una tornata elettorale e financo il Covid si è passati da un netto progetto di chiusura, motivato da decine di pareri scientifici e di esperti di organizzazione sanitaria all’apertura a rivedere quel modello che fino a poco prima sembrava irrinunciabile oltreché l’unico possibile.

Il rischio che si rivivano vicende simili a questa dei punti nascita, almeno sulla carta, esiste. Del resto, ancora oggi l’unico tandem capace di trasformare la sanità emiliano-romagnola in un modello per l’intero sistema paese si perde all’inizio degli anni 2000 quando al governo della Regione, dopo Pierluigi Bersani, arriva un altro politico del Ravennate, Vasco Errani e all’assessorato alla Sanità conferma il compianto Giovanni Bissoni, scomparso a 70 anni, lo scorso anno. Una intesa politica perfetta, la fiducia cieca di uno nell’altro, aveva di fatto gettato le basi perché l’Assessorato regionale alla sanità dell’Emilia Romagna diventasse una sorta di “scuola superiore” per i manager della sanità pubblica che a Bologna e con Bologna governavano una sanità pubblica, sempre tesa all’eccellenza.

Ora questo momento di confronto e crescita comune – dicono coloro che frequentano gli uffici di viale Aldo Moro – è da ricostruire completamente. E tanto, se non tutto, dipenderà dall’intesa, dalla “chimica” che De Pascale saprà trovare con il suo assessore e anche da quella che lo stesso Fabi dovrà avere con chi sceglierà come direttore generale dell’assessorato. Ecco l’altro snodo cruciale di questi primi passi del nuovo assessore: la nomina del direttore generale. Sarà – come logica suggerirebbe – un altro “tecnico”? Se così fosse, anche in questo caso sarà fondamentale l’intesa. Tra i due tecnici, ma soprattutto con il livello politico.

Effetto domino

Invero, oltre ai suoi successore, Fabi dovrà anche rimpiazzare i direttori generali in scadenza nelle altre aziende sanitarie della regione. E assieme a Parma, tra le scadenze più urgenti c’è anche la nomina di chi andrà a sostituire Cristina Marchesi alla guida dell’Azienda Usl di Reggio. La dottoressa Marchesi ha infatti già annunciato l’intenzione di andare in pensione dal primo gennaio del prossimo anno. In realtà, ha precisato l’Ausl con una nota, Marchesi «cesserà il suo incarico il 31 gennaio 2025 e sarà in pensione dal 1 febbraio».

Impossibile fare previsioni su quali nomi cadranno le scelte dell’assessore Fabi. Scelte che fatalmente innescheranno il rituale effetto domino, che alla fine potrebbe riguardare la quasi totalità delle aziende sanitarie e ospedaliere della Regione.

Per la scelta, Fabi dovrà attingere nell’elenco degli “idonei alla nomina di direttore generale delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale”. Fino al varo della giunta regionale i nomi in quell’elenco erano 89, perché c’era anche il nome dello stesso Fabi. Gli unici due reggiani idonei a quell’incarico sono l’attuale direttore amministrativo dell’Azienda Usl di Reggio Davide Fornaciari e il direttore del presidio ospedaliero provinciale Giorgio Mazzi.

Nell’elenco ci sono ovviamente i direttori attualmente in carica che potrebbero teoricamente prendere parte al giro di valzer che le uscite di scena di Fabi e Marchesi inevitabilmente innescheranno.

A Piacenza la direzione dell’Azienda Usl locale è affidata a Paola Bardasi il cui mandato però non è in scadenza e questo significa che difficilmente rientrerà nel giro di valzer che inizierà subito dopo le feste di Natale.

Più incerta la situazione sul fronte modenese dove Anna Maria Petrini (direttrice generale dell’Ausl dal 2022) non è in scadenza ed è soltanto al suo primo mandato mentre Carlo Vagnini, direttore generale del Policlinico di Modena è in scadenza e potrebbe rientrare nel valzer.

Su Bologna almeno due dei tre direttori generali potrebbero rientrare nella girandola che si avvierà a fine anno con le uscite di Marchesi e Fabi. La dottoressa Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’Irccs Sant’Orsola-Malpighi dovrebbe restare al suo posto per un altro mandato, mentre tutti danno con la valigia in mano Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda Usl. Alla scadenza del suo primo mandato è invece il direttore generale del Rizzoli, Anselmo Campagna.

In scadenza anche il direttore generale dell’Ausl di Imola, Andrea Rossi, mentre non sono in scadenza né la direttrice generale dell’Ausl di Ferrara, Monica Calamai (che al pari di Fabi è anche commissaria ad acta per l’unificazione dell’azienda ospedaliera universitaria con l’azienda sanitaria territoriale) né il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, probabilmente il più esperto di tutti i dg in attività che però, nessuno tra gli amministratori in Romagna, vuol lasciare andar via.

© RIPRODUZIONE RISERVATA