La Cgil Reggio Emilia: «Provincia in crisi sul fronte occupazionale»
Il parere del segretario Cristian Sesena dopo i dati di UnionCamere: -12% rispetto al 2023
Reggio Emilia Preoccupano i dati di UnionCamere che sanciscono un pesante segno meno sulle attivazioni di nuovi contratti di lavoro a dicembre 2024 (- 12,8% sul medesimo mese del 2023).
«E’ un dato preoccupante, seppur non sorprendente che, se viene abbinato alla esplosione delle ore di cassa integrazione (a giugno erano state bruciate le ore fruite in tutto il 2023), ci dipinge una provincia in forte crisi sul piano dell’occupazione» dichiara Cristian Sesena, Segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, che prosegue:
«Parallelamente la crescita nei settori dei servizi, tradizionalmente brodo di coltura del lavoro povero e precario, non fa che confermare la nostra teoria: il lavoro quando c’è non rappresenta una fonte sufficiente di sostegno per tantissime persone ormai. La narrazione del Governo che dipinge un paese di Bengodi per lavoratori e pensionati viene smentita da numeri e dati».
A primavera del 2023 il Centro studi della Cgil Reggiana aveva presentato uno studio da cui emergeva che un rapporto di lavoro su tre era precario e tale rimaneva anche dopo due anni dall’attivazione.
L’autunno ha poi registrato la pesantissima crisi del comparto artigiano, a partire da quello metalmeccanico, la pesantissima vertenza Meta System (con 600 rapporti di lavoro a rischio) e le tante incognite nel settore ceramico.
Per la Cgil urgono risposte a tutti i livelli a partire dal Governo.
«Il nostro sistema produttivo industriale è fermo; servono interventi pubblici e ammortizzatori straordinari per gestire al meglio questa fase. Bisogna aumentare i salari per impedire che la povertà dilaghi e i consumi si fermino in un effetto domino che aprirebbe le porte ad una nuova fiammata inflazionistica».
Gli spazi per un protagonismo di tutte le parti sociali a livello provinciale esiste e deve essere colmato con una buona dose di responsabilità sociale delle aziende del territorio e con una postura decisa della politica a sostegno delle fasce più esposte della popolazione.
“Sul piano locale le Associazioni di impresa debbono condividere un nuovo patto con le Organizzazioni sindacali che per noi deve partire da un principio non negoziabile: nessun licenziamento deve essere messo in campo. Un ruolo importante lo possono giocare anche le Istituzioni, Provincia e Comuni, proteggendo il lavoro sul territorio e favorendo sostegni alle famiglie e politiche attive» conclude il segretario.