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A Bergogno la magia dei presepi a cielo aperto

A Bergogno la magia dei presepi a cielo aperto

La tradizionale mostra attira ogni anno numerosissimi visitatori

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Casina Fino a domenica 12 gennaio il paese di Bergogno, “Il Borgo dei Presepi”, esporrà ai visitatori la popolare mostra presepistica “a cielo aperto”, che dallo scorso 15 dicembre si snoda, con decine e decine di rappresentazioni della natività, dalle più classiche alle più moderne, lungo le stradine e le dimore dell’antico villaggio di origine canossana.

«Nel nostro suggestivo borgo - spiega Lucia Barbieri, presidente della Pro loco Bergogno Medievale - la tradizione dei presepi rappresenta ormai, dal periodo del Natale a quello dell’Epifania, un appuntamento imperdibile per i reggiani, ma non solo. Ogni anno allestiamo, come abitanti e volontari dell’associazione, nuove rappresentazioni negli angoli più caratteristici del paese. Creiamo così un’atmosfera magica e incantevole, direi unica, che richiama sempre numerosissimi visitatori, provenienti anche da luoghi molto lontani».

Nelle giornate domenicali e negli altri giorni festivi è possibile servirsi del punto di ristoro paesano, in cui si potranno gustare, fra l’altro, gnocco fritto, salumi nostrani e altre prelibatezze di stagione, e il 6 gennaio, in particolare, per i più piccoli ci sarà, nel pomeriggio, l’atteso arrivo della Befana. Il 12 gennaio l’edizione 2024-2025 terminerà con un lauto pranzo, al quale si potrà partecipare su prenotazione, telefonando al 335 5782067.

«Il nostro ambiente - conclude Barbieri - con edifici in pietra sapientemente restaurati e scorci affascinanti, viottoli, cortili, aie, volte, portici, cantine, fienili, cucine e altre stanze del tempo che fu, si presta alla perfezione a questo evento annuale, che ha effettivamente una durata mensile e che costituisce un’occasione ideale per le famiglie, grandi e piccini, e appassionati di storia, cultura e tradizioni. Infine per tutti coloro che desiderano vivere l’autentica atmosfera natalizia in un contesto esclusivo, ricco, oltre che di testimonianze storiche risalenti all’epoca di Matilde di Canossa, di significativi tesori naturalistici».