Frane e dissesto, il territorio montano continua a soffrire
Un’altra strada chiusa prima di Natale
Carpineti Continua a soffrire il territorio della montagna reggiana. Il dissesto idrogeologico costringe a tragitti sempre più tortuosi per residenti e vacanzieri. Le ondate di maltempo del 2024 hanno lasciato parecchie ferite ancora da sistemare, in particolare quella di giugno e quella autunnale, e la forte nevicata dell’Immacolata ha poi amplificato il tutto. Il ghiaccio e il progressivo scioglimento della neve hanno sottoposto a ulteriori stress dorsali già fragili e con movimenti attivi, portando alla creazione di nuove frane.
Poco prima di Natale, nel territorio di Carpineti il sindaco Giuseppe Ruggi si è trovato costretto a chiudere la strada che da Vellucciana, frazione affacciata sulla valle del Secchia, porta sino al ponte di Cavola.
«È in atto un movimento franoso che interessa un fronte di circa 200 metri e che non permette di tenerla aperta in sicurezza», ha spiegato il primo cittadino.
Un fenomeno non piccolo, che rende impossibile il transito. Il disagio è pesante perché si tratta di un’area già segnata. La provinciale del Castello di Carpineti, la principale strada tra il capoluogo e la zona che guarda al Secchia, è chiusa da giugno a causa di una grande frana a pochi chilometri dal capoluogo e serviranno centinaia di migliaia di euro e diversi mesi di tempo per sistemarla. Per chi vive a Vellucciana, Cavola è da sempre il paese più comodo per la spesa, le esigenze postali, bancarie e sanitari.
Con il ponte interrotto, per le varie commissioni gli abitanti dei vari borghi devono usare percorsi molto più lunghi: o la strada che porta a Colombaia di Secchia, o quella verso Gatta e Felina tramite Ceriola, o arrivare a Carpineti con un tortuoso giro verso Santa Caterina e la Fola.
Rimane sempre inutilizzabile anche la provinciale 108 vicino al ponte del Pianello, nella zona dei Gessi Triassici e delle Fonti di Poiano, a cavallo tra i territori di Villa Minozzo e di Castelnovo Monti. Pure in questo caso la causa è una frana partita a ottobre.
Anche qui la sofferenza è vasta, la provinciale 108 è la via più breve (o quantomeno quella meno tortuosa) per chi deve raggiungere Ligonchio e Sologno.
In questo periodo festivo, tante persone sono tornate in Appennino nei paesi natali e hanno dovuto usare forzatamente vie alternative.
Per Ligonchio le soluzioni alternative sono due, entrambe non semplici.
Transitare da Minozzo o arrivare a Busana e scendere sino a Marmoreto e Cinquecerri.
Che la situazione del Pianello sia importante è chiaro, tanto che a fine novembre la Provincia ha deciso di anticipare le risorse necessarie per avviare gli interventi di ripristino, per un costo di circa 280mila euro. l