Reggio Emilia, 2500 persone in piazza per l’inizio del Giubileo
Il vescovo Morandi ha aperto la porta del Duomo
Reggio Emilia Alla chiamata del vescovo Giacomo Morandi i reggiani rispondono in massa.
Oltre 2.500 persone hanno partecipato ieri alla solenne liturgia dell’apertura della porta santa, che ha dato avvio all’anno del Giubileo ordinario 2025 della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla.
Al di là di una macchina organizzativa impeccabile (se la polizia ha vigilato sull’ordine pubblico, l’afflusso è stato gestito da decine di volontari del Gruppo Diocesano di Servizio e dell’Ordine di Malta), è stata una cerimonia partecipatissima e suggestiva, che ha attirato tantissimi fedeli di ogni età, dai bambini saliti sulle spalle dei papà agli anziani sottobraccio ai figli, fino ai malati in carrozzina.
Per l’occasione il centro storico, dove hanno risuonato i canti e le invocazioni al santo patrono San Prospero, si è fermato in segno di rispetto, con i passanti intenti a immortalare con il cellulare un’intera comunità vestita a festa.
Quando papa Francesco ha dato il via al Giubileo, aprendo la porta della basilica di San Pietro e inaugurando l’Anno Santo, ha indicato il tema “Pellegrini di speranza”. Perciò la protagonista di ieri è stata una processione simbolo di pellegrinaggio, che è partita alle 16 dalla basilica di San Prospero.
Ben 80 sacerdoti e 80 diaconi (praticamente tutti quelli della provincia), giovani seminaristi e a chiudere cavalieri dell’Ordine di Malta, ciascuno con in mano una candela, hanno sfilato prima all’interno della basilica, tra due ali di folla sia all’interno sia sul sagrato accanto alle bancarelle natalizie. In basilica si è svolto un breve rito tutto incentrato sulla speranza, che con la sua forza può «attraversare il nostro presente», «diventare contagiosa» e illuminare anche coloro che sono «sfiduciati e pessimisti».
Una speranza «particolarmente necessaria in questo tempo di guerre e disordini», ha detto il vescovo; del resto «compito della Chiesa è scrutare i segni del tempo e interpretarli». All’uscita il vescovo Morandi ha abbracciato il padre della Chiesa greco-ortodossa, ma pure i copti hanno risposto all’invito urbi et orbi. L’impressionante serpentina del corteo di religiosi ha imboccato via Calderini, ha attraversato un tratto di via Emilia per poi entrare in piazza Prampolini, dove davanti al battistero c’erano ad attendere le autorità: il sindaco Marco Massari con gli assessori Davide Prandi e Stefania Bondavalli, Elio Ivo Sassi per la Provincia, il senatore Graziano Delrio, il viceprefetto Caterina Minutoli, il questore Giuseppe Maggese, il colonnello dei carabinieri Orlando Hiromi Narducci, il tenente colonnello Maria Di Domenica della guardia di finanza.
Dopo una breve sosta davanti al Battistero, dove ha impartito la benedizione, il vescovo ha aperto con il bastone pastorale il portone del Duomo: il tocco ha risuonato per una piazza Prampolini mai così affollata e addobbata, quasi regale nel colpo d’occhio del tramonto.
In Duomo si è provveduto ad aprire la cripta e ad allestire dei maxi schermi, per dare a tutti la possibilità di seguire la messa e per sfruttare al massimo la capienza pari a duemila persone. Nonostante questi accorgimenti, non è bastato: qualche centinaio di persone sono rimaste fuori, a seguire le melodie del Coro Diocesano e della Cappella Musicale della cattedrale tramite degli altoparlanti retti da giovani parrocchiani.
«Questa giornata è la dimostrazione che si può essere pellegrini di speranza ovunque noi siamo», ha commentato il vescovo Morandi.
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