Il centrodestra va all’attacco: «Bandiera della Pace via dal municipio»
Alla vigilia delle celebrazioni del 7 gennaio, l’attacco: «Diventato un simbolo di parte». La replica del Pd: «Mai come ora serve»
Reggio Emilia C’era una volta in cui il Tricolore era un vessillo che, simboleggiando l’unità nazionale, andava snobbato o addirittura vilipeso. Ora che invece è stato elevato a uno dei più alti simboli dell’attuale maggioranza, e soprattutto ora che a Reggio, la città dove il Tricolore ha visto i natali nessuno del governo né della maggioranza di destra è stato chiamato come special guest il 7 gennaio in sala del Tricolore, ecco che le opposizioni di centrodestra in Comune cambiano obiettivo e vanno all’assalto di un altro vessillo: la bandiera della pace che sventola dagli uffici comunali. Alla vigilia dei festeggiamenti per l’anniversario della Bandiera nazionale le opposizioni del centrodestra in sala del Tricolore (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Lista Civica Tarquini) pescano nel lessico più comune della sinistra per chiedere che in vista del 7 gennaio la bandiera arcobaleno venga tolta dalle finestre del Municipio perché «divisiva».
L’appiglio normativo
Ma come? Il vessillo della Pace divide e non unisce? Secondo i consiglieri d’opposizione che siedono in Sala del Tricolore è proprio così: «Pur rispettando le intenzioni simboliche di tale bandiera – chiariscono i firmatari del comunicato – riteniamo doveroso rilevare che sugli edifici pubblici possono essere esposte solo la Bandiera Italiana e dell’Unione Europea (e dell’Ente in determinate occasioni), come previsto dalla legge n°22/98 e dal relativo Regolamento recante la disciplina dell’uso delle bandiere della Repubblica Italiana, di cui al Dpr n°121/2000». In realtà, le norme citate hanno lo scopo di stabilire per legge come, dove e quando debbano essere esposte le due bandiere più importanti, quella nazionale e quella dell’Unione europea. Non a caso, a Reggio, la bandiera della Pace è esposta su un edificio laterale del Comune, in altra posizione rispetto ai due vessilli ufficiali. Da qui la cautela degli stessi consiglieri di centrodestra che chiedono di verificare se le norme in questa materia vengano rispettate.
L’affondo politico
Poi però, i gruppi consiliari che rappresentano il centrodestra in città pongono anche una questione politica: «Il predetto “vessillo” – si legge nella nota – altrimenti detto “arcobaleno della pace”, in uso permanente nelle manifestazioni, purtroppo non sempre pacifiche, organizzate dai partiti ed associazioni di sinistra, esposto anche nelle loro sedi, è diventato un “simbolo” e una forma di identificazione e propaganda per una parte politica, segnatamente di sinistra, dunque a differenza delle bandiere istituzionali ha una chiara valenza divisiva, in contrasto con il principio di neutralità che deve contraddistinguere le sedi istituzionali, come ha ribadito in più occasioni la presidenza del Consiglio». Infine, i consiglieri comunali del centrodestra «invitano tutti i cittadini a unirsi nella celebrazione della nostra Bandiera, simbolo di unità e coesione nazionale, e richiamano le istituzioni locali all’osservanza rigorosa delle norme, per garantire che i luoghi pubblici rimangano spazi di inclusione e neutralità».
La replica del Pd
Al centrodestra replica a stretto giro il capogruppo del Pd in Sala del Tricolore, Riccardo Ghidoni, che per prima cosa sottolinea «il carattere assolutamente strumentale di una polemica fatta proprio alla vigilia della giornata in cui la nostra comunità festeggia la nascita della bandiera nazionale». Poi però il capogruppo del Pd in Sala del Tricolore difende la scelta di esporre la bandiera arcobaleno, dando a questa una precisa valenza politica. «Siamo talmente convinti, oggi più che in altri tempi, della necessità di esporre la bandiera della Pace – spiega Ghidoni – che la nostra amministrazione non si limita a questo pur importante atto formale. “Se vuoi la Pace, prepara la Pace” è il nome del bando che abbiamo attivato come Comune per promuovere, soprattutto tra le giovani generazioni la cultura della Pace. Le strumentalizzazioni politiche le lasciamo a chi non sa fare altro. Viviamo un tempo in cui davvero non si può non riconoscere il grande bisogno di pace. E tutto quello che si può fare, in ogni ambito della vita quotidiana, per diffondere la cultura della pace, va fatto». Invero, le iscrizioni al bando aperto dal Comune in collaborazione con Reggiana Educatori società cooperativa sociale, Fondazione E35, Fondazione Mondinsieme e Movimento Nonviolento si chiudono a mezzogiorno del prossimo 9 gennaio. l
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