Guastalla piange Angelo Acerbi: una vita spesa per gli altri
Aveva 77 anni ed era fondatore dell’associazione Day Hospital Oncologico. Era stato gestore del bar Solarolo e dipendente della Padana Tubi
Guastalla Dopo una lunga malattia si è spento Angelo Acerbi, 77 anni, primo accompagnatore e fondatore dell’associazione Day Hospital Oncologico. I funerali si sono svolti sabato nella chiesa di San Rocco.
Era stato gestore del bar a Solarolo di Guastalla e poi dipendente della Padana Tubi. Abitava a San Bernardino di Novellara. Così lo ricorda Corrado Taboni presidente Dho: «In molti del nostro territorio conoscono l’Associazione Amici del Dho di Guastalla e in molti hanno usufruito dei servizi gratuiti che sono erogati giornalmente con attenzione, pazienza e costanza dai nostri volontari. Chi per esigenze di accompagnamento è entrato in contatto con noi ha sicuramente conosciuto uno dei nostri volontari, il primo che ha creduto nel progetto che ancora oggi dopo tanti anni viene con passione portato avanti: Angelo Acerbi».
«All’inizio, quando proprio in associazione si contavano i volontari sulle dita di una mano, è stato il primo a proporsi, intuendo la necessità di riaccompagnare al proprio domicilio e con la propria automobile, quei pazienti che condividevano le sedute di chemioterapia con sua moglie (all’epoca in cura) e che magari non avevano nessuno su cui contare perché i famigliari erano al lavoro o impegnati o assenti. Sempre con il sorriso ed una energia incredibile – continua Taboni – affrontava turni sul lavoro alternandoli col seguire la moglie e un gruppo sempre più largo di persone in cura fino a quando si arriva alla fondazione dell’associazione Amici del Dho che da quel momento non ha più cessato i suoi servizi che ancora oggi continuano. Angelo, questo straordinario volontario, è volato in cielo e con sé si è portato tanti ricordi, tanti sguardi, tanti amici conosciuti, tante sofferenze delle tante persone che ha aiutato, che ha sostenuto e per le quali ha rappresentato un esempio, ha rappresentato la forza, in qualche modo, di non arrendersi. Il suo più famoso intercalare era: Dai ch’andom ! Purtroppo quello stesso male che per anni ha voluto esorcizzare con il suo instancabile lavoro da volontario, se l’è portato via».
« Rimangono di lui – conclude Taboni - i valori che tutti noi condividiamo e che ad ognuno di noi ha trasmesso». Lascia i figli Paola e Giampaolo, la sorella Francesca.