Esercito in stazione, Massari presto dal Ministro dell’Interno Piantedosi per averlo
La richiesta risale a luglio 2024 ma da allora la prefetta Cacciufa non ha avuto risposte. Intanto in zona stazione continuano i problemi
Reggio Emilia Magari sta contando i giorni, il sindaco di Reggio Marco Massari. I giorni che lo separano dall’incontro – chiesto ufficialmente e accordatogli – con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. E potrebbe utilizzare un calendario sui generis, una sorta di calendario dell’avvento ma al contrario, dove ogni giorno, al posto di una sorpresa, c’è una rissa, un raid di furti nelle cantine piuttosto che nelle auto parcheggiate sulla via, una aggressione a scopo di rapina, quando addirittura non ci scappa il morto. È il calendario insanguinato della zona stazione, che ogni giorno riserva una sorpresa, sempre pessima e sgradita. L’ultima, in ordine di tempo, non è nemmeno una sorpresa: l’ennesima rissa tra nordafricani, sfociata in un duello rusticano senza vincitore ma con due accoltellati vicendevolmente e un fuggi-fuggi generale di fronte alla polizia chiamata a intervenire, per l’ennesima volta, a sirene spiegate. Se proprio volessimo trovare una peculiarità di quest’ultimo episodio di guerriglia urbana potremmo individuarlo nell’orario in cui è scoccata la scintilla che ha originato poi il ferimento delle due persone.
Siamo nel bel mezzo di piazzale Marconi, poco distanti dall’inizio di viale IV Novembre, ma la novità – una sorta di upgrade della criminalità e del degrado di quella zona di Reggio – è data semmai dall’orario in cui tutto ciò sì compie. Il grande orologio sulla tettoia della stazione segna le 15. A quell’ora, di solito, quella zona è ancora abbastanza normale, nel senso che ci sono gli studenti e i pendolari che salgono o scendono dai treni oltre a qualche residente che ancora si attenta a uscire per comprare qualcosa che manca in dispensa. È in questo contesto di apparente normalità che all’improvviso si accende lo scontro. Probabilmente per stabilire chi debba o non debba comandare in quella zona, chi possa o non possa spacciare crack e altre droghe nella zona più degradata della città. È questa una probabilità, nemmeno troppo remota, che si deduce dal fatto che le forze dell’ordine richiamate sul posto da chi ha dato l’allarme hanno parlato di persone che sono conosciute ai servizi che, quotidianamente, si occupano della cosiddetta grande marginalità adulta in questa zona della città. Anche questa vicenda va quindi a ingrossare ulteriormente il dossier che il primo cittadino di Reggio porterà nei prossimi giorni sulla scrivania del titolare del Viminale. Per reiterare la richiesta – già formulata nel luglio scorso – dell’invio dell’Esercito a pattugliare le strade di questo quartiere così a rischio, stretto com’è tra degrado e illegalità.
L’esercito è la soluzione dei problemi? Ovviamente no, ma può comunque servire. Al sindaco per avere ancora di più dalla propria i residenti (soprattutto gli italiani) che vivono in quelle vie, denunciando una convivenza sempre più difficile con chi in quelle vie viene per bivaccare o trovarsi una dose di crack. Ma soprattutto, schierare l’esercito a presidiare la zona servirebbe al Comune per dimostrare che si è passati dalle parole ai fatti, e sarebbe la chiave per ottenere collaborazione da chi vive in quella zona. Pretendendo a quel punto che ognuno faccia il suo per rendere più vivibile il quartiere in una sorta di patto, che tenga insieme sicurezza, vivibilità, decoro e convivenza pacifica nel quartiere più multietnico di Reggio.l © RIPRODUZIONE RISERVATA