Uccise Ilenia Fabbri a coltellate: ora Pierluigi Barbieri va alla Corte Europea per evitare l’ergastolo
Il killer reggiano all’alba del 6 febbraio 2021 uccise a coltellate Ilenia Fabbri: la carta giocata ora dagli avvocati è quella della perizia psichiatrica
Reggio Emilia Sono trascorsi quattro anni dalla tragica alba del 6 febbraio del 2021 quando Ilenia Fabbri, 46 anni, veniva uccisa a coltellate nella sua abitazione di via Corbara a Faenza. Per quel delitto alla fine del gennaio del 2022 furono condannati all’ergastolo l’ex marito Claudio Nanni, mandante, e il reggiano (residente a Barco) Pierluigi Barbieri, sicario, il killer che si introdusse in casa ferendo mortalmente la donna. Le condanne furono in seguito confermate in Corte d’Appello a Bologna, che non modificò la sentenza del tribunale di Ravenna nell’aprile del 2023 e ancora in Cassazione nel gennaio del 2024. Ora gli avvocati del reggiano Pierluigi Barbieri, Simone Balzani e Marco Gramiacci, si giocano l’ultima chance e sperano nella clemenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a cui è stato presentato un ricorso per la mancata concessione al sicario della perizia psichiatrica, sempre negata in tutti e tre i gradi di giudizio. «Se ci riconoscessero la perizia – queste le parole dell’avvocato Gramiacci che ha presentato il ricorso – ed emergesse un vizio parziale di mente all’esito, potrebbero riconoscere uno sconto di pena». In Appello a Pierluigi Barbieri sono state infatti riconosciute le attenuanti generiche subvalenti.
Barbieri è stato trasferito in osservazione nella zona di tutela di salute mentale del carcere di Ravenna, dove si trova ancora oggi rinchiuso. Secondo gli avvocati, Pierluigi Barbieri subì gravi danni dopo un incidente in moto che gli provocò un profondo trauma cranico nel 2016. In più, da bambino avrebbe, subito violenze dal patrigno. «Ho ucciso io Ilenia – aveva confessato Barbieri l’8 marzo del 2021 nel giorno del suo arresto – Nanni mi aveva promesso un automobile e duemila euro». La versione fornita dal killer sarebbe stata poi confermata da alcuni elementi emersi durante le indagini della Squadra Mobile di Ravenna. In allegato al ricorso degli avvocati Simone Balzani e Marco Gramiacci, sono state presentate cartelle cliniche e referti medici che indicherebbero come Pierluigi Barbieri avesse sofferto per molteplici disturbi dopo il trauma cranico provocato dall’incidente. A partire da disturbi di personalità (come un presunto bipolarismo) ma anche problemi legati alla memoria. Proprio per questo motivo Pierluigi Barbieri sarebbe stato particolarmente manipolabile. Il movente del delitto, e su questo non sembrano esserci dubbi, fu sostanzialmente economico come riportato negli allegati delle motivazioni della sentenza di primo grado. Una volta morta la moglie, infatti, il marito Claudio Nanni «avrebbe cessato di versare il mantenimento per la figlia» (Arianna, che oggi ha 21 anni) ma avrebbe anche evitato di pagare alla moglie quanto le spettava per motivi di lavoro, così come avrebbe venduto la casa come voleva, intascando tutto. La coppia infatti in passato aveva lavorato insieme nella stessa officina, quella di proprietà di Claudio Nanni. Poi il rapporto di lavoro si era interrotto e Ilenia Fabbri aveva fatto causa all’ex marito chiedendo500mila euro. Era più che probabile per la donna, considerando quanto era accaduto, vincere quella causa. Peccato che la sentenza era prevista proprio pochi giorni dopo il delitto.l © RIPRODUZIONE RISERVATA