Gazzetta di Reggio

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La storia

Erick Sola: «La strada è il mio palco»

Martina Guerrieri*
Erick Sola: «La strada è il mio palco»

«Per il futuro sogno che la mia musica arrivi a più orecchie e cuori possibili. Io intanto mi concentro ad essere sempre me stesso per riuscire a trasmettere alle persone la mia passione»

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Passeggiando per le piazze di Bologna, capita di imbattersi nella musica e nella voce di un giovane ragazzo, Erick Sola, artista ormai abbastanza conosciuto anche sui social con l’account @erick_sola, che parla alle persone attraverso la sua musica. Erick ha scelto la strada come il suo luogo d’espressione.

«La musica è la mia più grande passione» mi racconta, «metto la musica in cima ai desideri, e oggi fortunatamente è anche il mio lavoro». Con il suo timbro unico Erick interpreta vari brani famosi e presenta le proprie canzoni. Gli chiedo quale sia stata la sua formazione musicale prima di arrivare qui. «Nasco da autodidatta, poi all’età di 19 anni mi trasferisco a Bologna per studiare in accademia. Dopo tre anni di formazione decido di abbandonare gli studi per dedicarmi interamente al mio progetto da solista».

«Ho cominciato così», continua, «a suonare in strada, dopo un periodo turbolento, e devo ringraziare la musica perché è stata ed è tuttora la mia terapia». Durante la nostra conversazione, emerge anche un lato più profondo ed emotivo della sua arte. «In strada è tutto più vero, le emozioni ti arrivano crude, per quelle che sono» riflette, «e quando qualcuno si ferma ad ascoltarti e man mano le persone aumentano sempre di più fino a formare un grande cerchio attorno a me, è una sensazione che non riesco a spiegare, ma nutro profonda gratitudine in chi mi ascolta».

Gli chiedo poi dei suoi sogni per il futuro. «Per il futuro sogno che la mia musica arrivi a più orecchie e cuori possibili. Io intanto mi concentro ad essere sempre me stesso per riuscire a trasmettere alle persone la mia passione».

Passiamo ora alle difficoltà di questa passione, perché non è sempre tutto rose e fiori. «Ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, naturalmente», ci dice Erick, «la strada è di tutti, è uno spazio condiviso, il che può portare a difficoltà come scontrarsi con lamentele di qualche insolente residente o commerciante», aggiunge, «per non parlare poi del freddo e delle precipitazioni dei mesi invernali».

Insomma si può dire che Erick dimostra che la musica vera non ha bisogno di grandi palchi: un angolo di strada, un cuore aperto e la passione bastano per arrivare lontano. E quando il talento è autentico, come dimostrano anche i complimenti di Cesare Cremonini, non ci sono confini per le emozioni che si possono trasmettere.

*Studentessa del liceo Chierici