Boretto, la Provinciale 111 come una discarica a cielo aperto: la Provincia convoca un summit
A distanza di 7 giorni, i volontari di Ripuliamoci sono tornati in azione: «Quello rischia di diventare un territorio irrecuperabile se non ci danno una mano»
Boretto Tra un po’ anche Google Maps segnalerà quel tratto di strada con un cartello. Di pericolo: pericolo sversamento (illegale) di rifiuti. E la Strada provinciale 111, che collega Calerno a Viadana, passando per Poviglio e Boretto. Passando in auto a velocità moderata, soprattutto nel tratto che è in territorio del comune di Boretto, sembra sia tutto a posto. Ma basta accostare in una delle tante piazzole di sosta di cui è disseminato questo asse viario per accorgersi che per decine e decine di metri, quela è una vera e propria discarica a cielo aperto. Che nel prorpio essere abusiva a e fuorilegge sembra decisa a perseverare.
Un’altra pesca
Le foto che pubblichiamo qui a fianco si riferiscono all’intervento dei volontari dell’associazione Ripuliamoci che sabato sono tornati, a distanza di una settimana. E se il sabato precedente avevano raccolto, in quello stesso tratto di strada qualcosa come 2 tonnellate e mezzo di rifiuti , la pesca di questo sabato è stata altrettanto ricca. «Anche questa volta abbiamo trovato di tutto e sempre nella stessa zona: è evidente che qualcosa sta sfuggendo di mano a chi dovrebbe far rispettare la legge», racconta sconsolato Stefano Ferrari, uno dei portavoce di questo gruppo che su Facebook ha circa 7mila iscritti e che periodicament e si organizza in gruppi da 10/20 persone che armati di guanti, sacchi e pinze ad hoc passa i pomeriggi a cancellare i segni della nostra inciviltà. «Anche ieri (sabato, ndr) abbiamo raccolto oltre 100 sacchi di pattume e, il termine generico ci sta tutto: hai voglia a differenziare: anche stavolta, nel prato a lato della strada, sempre in prossimità di piazzole di sosta abbiamo raccolto 1500 lattine di birra e poi pneumatici, bottiglie di plastica, vetro, bottiglie piene di urina. E ancora: rifiuti domestici di ogni genere, alimenti avariati. E la situazione si ripete da mesi e mesi, al punto che se volessimo pulire a fondo la zona dovremmo togliere almeno mezzo metro di terra in tutta l’area. Davvero – sottolinea Ferrari – quello rischia di diventare un territorio irrecuperabile se non ci danno una mano». Ed è con questo spirito che il gruppo nato nei mesi scorsi alla fine della giornata ha comunque voluto premiarsi con erbazzone, pandoro e torte fatte in casa. Perché le energie serviranno ancora, ad esempio sabato prossimo, quando il gruppo entrerà in azione a Fogliano. Per poi tornare il sabato successivo a Boretto, facendo affidamento anche su un gruppo di volontari del paese della Bassa che ha deciso di rimboccarsi le maniche proprio per porre fine a questo scempio su cui le autorità sembrano impotenti. Invero non tutte: «Con Sabar (l’azienda municipalizzata che si occupa di gestione e raccolta dei rifiuti in alcuni comuni della Bassa reggiana, ndr) – dice Ferrari – abbiamo davvero un ottimo rapporto. Ad ogni nostra segnalazione intervengono tempestivamente così». Accade sempre così? No. Sempre sulla stessa strada provinciale, ma nel tratto di Calerno – di competenza di Iren – ci sono da settimane tre sacchi di inerti che nessuno ha ancora stoccato.
Il summit urgente
Invero, la mobilitazione dell’associazione Ripuliamoci potrebbe iniziare a raccogliere i primi frutti, già nei prossimi giorni e proprio a proposito della situazione della Provinciale 111, che come di ce il nome, è di competenza dell’Amministrazione di Palazzo Allende. E proprio a Palazzo Allende, a metà della prossima settimana i rappresentanti dell’associazione si incontreranno con i tecnici e gli amministratori della Provincia per studiare un piano d’azione contro questo degrado ormai intollerabile. E l’associazione andrà al tavolo con proposte e indicazioni, spalleggiata in questo anche dal Comune di Boretto che in questa vicenda è “parte lesa” ma ha le mani legate: «Appoggeremo qualunque iniziativa della Provincia – dice il vice sindaco di Boretto Andrea Vaccari – che possa contribuire a ripulire quella zona». E un modo secondo Ferrari è quello – già adottato a Correggio – di mettere delle fototrappole per cogliere sul fatto chi inquina. Si tratta di reati penali e se si identifica il colpevole lo si può punire». In questi mesi, Ferrarti ha indossato anche i panni del detective arrivando a ipotizzare i possibili colpevoli. «Le piazzole – spiega – vennero create soprattutto a beneficio dei camionisti. E le lattine che raccogliamo sono perlopiù di birre che non si commercializzano in Italia. Secondo me, persino le bottiglie piene di piscio hanno quell’origine...».l © RIPRODUZIONE RISERVATA